Il Coro Lirico Siciliano ha inaugurato la riapertura delle Terme di Santa Venera al Pozzo con le note di Franco Battiato e Giuni Russo
La rinascita di un luogo storico tra i ruderi di epoca greco-romana e la chiesetta medievale in cui ebbe origine il culto di Santa Venera, patrona di Acireale. È quanto si è celebrato il 22 settembre scorso nel sito di Aci Catena, oggetto di un devastante incendio nel luglio scorso.
Il Coro Lirico Siciliano, all’interno del meraviglioso itinerario del Festival lirico dei Teatri di Pietra, ha consegnato così al pubblico la bellezza della nostra terra che si eleva sublime nel canto e nella musica.
La sinergia tra Francesco Costa, direttore del Coro Lirico Siciliano, Margherita Ferro, prima cittadina di Aci Catana, e Giuseppe D’Urso, direttore del Parco Archeologico e Paesaggistico di Catania e delle Aci, ha contribuito a vincere la sfida di riportare alla luce uno spazio che appartiene alla popolazione.
Uno spazio impreziosito dal valore storico e mitico e che oggi può gioire di un anfiteatro immerso nel verde che si apre allo spettacolo dal vivo e all’arte. Alla presenza del prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi, e di un folto pubblico, l’evento ha registrato il sold-out in un nuovo teatro in cui la pietra lavica si compenetra in un viaggio nell’universo poetico e musicale di Franco Battiato e nell’omaggio, in prima assoluta, a Giuni Russo.
Un momento dello spettacolo
«Non si tratta di una serata di cover, ma di una vera contaminazione tra pop e lirica», afferma Francesco Costa. «Nonostante Battiato appartenga alla musica leggera i suoi brani hanno qualcosa che va aldilà e che crea un binomio perfetto con la musica classica», ha aggiunto.
La serata è stata affidata ad un clima di ‘spiritualità’ evocativa con le voci soliste di Rita Botto, Sonia Addario, Alberto Munafò, insieme con il Coro Lirico Siciliano e all’ensemble dei teatri di pietra composta da Rosario Trabocco (fisarmonica), Salvatore Bentivegna e Mariachiara Bonocore (violino), Egle Denaro (viola), Bruno Crinò (violoncello), Roberto Falsaperla (contrabbasso), Gianluca Abbate (pianoforte) e Giovanni Caruso (percussioni).
Una straordinaria atmosfera magica accompagna il pubblico attraverso la musica che incontra le strade della vita di ciascuno: L’era del cinghiale bianco, Prospettiva Nievskij, Segnali di Vita, Strade parallele, Povera Patria, Stranizza d’amuri, Bandiera Bianca, La cura, Centro di Gravità permanente, Voglio vederti danzare.
Un momento dello spettacolo
Straordinario l’intermezzo della poetessa Mariagrazia Falsone che ha interpretato il testo La cura accompagnata dal maestro Gianluca Abbate al pianoforte.
I brani rievocano la memoria nelle trame di esperienza vissuta, l’eternità e la spiritualità di Santa Venera che fa leva sui valori del sacrificio, della solidarietà e della perseveranza e la musica che muove le corde profonde delle emozioni e regala gioia.
«Amiamo questi luoghi, amiamo la nostra terra», ha aggiunto Francesco Costa invitando tutti ad essere uomini e donne di azione, e non semplici spettatori.
Un modo nuovo, basato sulla cultura, per consentire alla nostra terra di continuare ad spazio di incontro e luogo dell’eternità.