Il respiro di Biancavilla

Inaugurata la mostra fotografica nella sede dell’Inail per far conoscere il rischio della fluoro-edenite

Alfio Russo

Inquinamento ambientale, prevenzione e sicurezza sul lavoro. Sono i tre punti nodali su cui è incentrata la mostra fotografica Il respiro di Biancavilla che è stata inaugurata nei giorni scorsi nella sala d’aspetto della sede Inail di Catania.

Protagonista, in senso negativo ovviamente, è la fluoro-edenite che, nonostante la straordinaria bellezza, una volta manipolata, le sue fibre provocano il mesotelioma pleurico maligno.

Una forma di cancro che, come l’amianto, in quel di Biancavilla, ha causato numerosi morti. Era il 1996 quando l’Istituto Superiore di Sanità registra un eccesso di morti per mesotelioma pleurico maligno a Biancavilla. 

«A fronte di un’attesa di 0,9 casi ne sono stati registrati 4 e la metà riguardavano donne che non avevano mai lavorato nel campo dell’edilizia», spiega Caterina Ledda, docente di Medicina del Lavoro all’Università di Catania, che ha collaborato alla stesura scientifica delle didascalie che accompagnano le fotografie, offrendo un contesto informativo dettagliato e rigoroso che aiuta i visitatori a comprendere meglio le implicazioni sanitarie legate alla fluoro-edenite.

«Dagli studi e dalle indagini emerge che la causa delle morti è la fluoro-edenite, riconosciuta come fibra “cancerogena certa” nel 2014», aggiunge la docente del Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale dell’ateneo catanese.

Un minerale presente nel monte Calvario da cui, negli anni Cinquanta, veniva estratto per la costruzione delle abitazioni e delle strade in pieno boom economico. Al tempo stesso quella fibra veniva “respirata” dalla popolazione quotidianamente fino a procurarne la malattia e in un centinaio di casi anche la morte.

«Purtroppo si ammalano ancora altre persone perché il periodo di latenza è molto ampio, dai 20 ai 40 anni», precisa la prof.ssa Caterina Ledda.

La mostra "Il respiro di Biancavilla"

La mostra "Il respiro di Biancavilla"

Da quegli studi si è arrivati alla chiusura della cava del monte Calvario nel 1998 e alle opere di bonifica nel 2001, ma anche alle indagini negli anni successivi per valutare l’esposizione al rischio dei lavoratori addetti alle attività di bonifica. E, inoltre, al controllo da parte di Arpa, Inail e del Comune di Biancavilla sul personale e sui lavori del 2009 di scavo della galleria della CircumEtnea e nel 2017 per la posa della fibra ottica.

La mostra Il respiro di Biancavilla – curata dall’ingegnere Valentina Brancaforte con le foto d’archivio di Daniela Bellomo, coordinatrice reggente della Consulenza tecnica per la salute e la sicurezza dell’Inail Sicilia -, quindi, non è solo un tributo visivo alle bellezze e alle problematiche di questo territorio, ma rappresenta anche un importante strumento educativo e di sensibilizzazione.

Attraverso le immagini esposte, i visitatori sono invitati a riflettere sulle conseguenze dell'inquinamento ambientale e sull'importanza della prevenzione e della sicurezza sul lavoro.

Un evento dedicato alla sensibilizzazione sul rischio della fluoro-edenite e alla memoria collettiva che, tra le fotografie esposte, accompagnate dai testi, offre una narrazione visiva potente e toccante.

Fortemente voluta dal dottor Giovanni Asaro, direttore regionale Inail Sicilia, e dalla dottoressa Diana Artuso, direttrice della sede di Catania, la mostra - che in occasione della cerimonia di inaugurazione ha registrato la presenza di cittadini e rappresentanti delle istituzioni - sottolinea l'importanza di mantenere alta l'attenzione sui rischi ambientali e sanitari legati all’esposizione alla fluoro-edenite, una fibra asbestiforme presente nelle rocce vulcaniche di Biancavilla e nota per la sua cancerogenicità.

Un momento dell'inaugurazione della mostra

Un momento dell'inaugurazione della mostra

Proprio l’Inail, in questi anni, ha provveduto all’erogazione di indennizzi in favore dei lavoratori che hanno contratto la malattia, ma anche alle attività di prevenzione, accertamento e sorveglianza epidemiologica.

Nel 2007, inoltre, come hanno spiegato Giovanni Asaro e Diana Artuso, l’Inail ha istituito un fondo per le vittime dell’amianto e dal 2021 garantisce prestazioni aggiuntive in favore dei malati e degli eredi.

Nel 2021 sono stati assegnati oltre 2,2 milioni di euro alla Sicilia e oltre 6 milioni nel 2023 per le attività di bonifica da materiali contenenti amianto.

Ma come hanno spiegato gli stessi rappresentanti delle istituzioni occorre fare rete. La collaborazione tra istituzioni pubbliche, accademiche e la comunità locale può e deve dare vita a iniziative significative e di grande impatto sociale.

La speranza degli organizzatori è che la mostra possa viaggiare oltre i confini di Catania, portando il messaggio di consapevolezza e memoria a un pubblico sempre più ampio.

Sul piano scientifico, intanto, l’Università di Catania, da anni impegnata nello studio del sito e delle patologie degli abitanti, sta conducendo una ricerca – coordinata dal prof. Venerando Rapisarda, ordinario in Medicina del Lavoro e direttore dell’Unità operativa di Medicina del Lavoro del Policlinico etneo - mirata a individuare dei biomarcatori del sangue che possano consentire di effettuare uno screening che riveli il mesotelioma nelle prime fasi.

Una indagine rapida, a basso costo e non dannosa, che potrebbe consentire agli abitanti di Biancavilla di effettuare un controllo annuale senza particolari conseguenze.

Un momento della presentazione della mostra

Un momento della presentazione della mostra

La mostra è visitabile fino al 12 luglio, nella sede dell’Inail, in via Cifali 76 A, dal lunedì al venerdì, dalle 8,30 alle 12