Il giudice del lavoro e le sue tecniche

In occasione del processo simulato di Diritto del lavoro sono intervenuti, a Villa Cerami, Laura Renda (presidente della sezione Lavoro del Tribunale di Catania) e Giuseppe Napoletano (già presidente della sezione Lavoro della Corte di Cassazione)

Giada Pagliari

L’intelligenza artificiale e lo stato di malessere della dipendente di una società pubblica sono stati i temi che hanno visto impegnati i 36 studenti protagonisti del processo simulato di Diritto del lavoro.

Temi attuali che, nel corso dell’incontro dal titolo “Il giudice del lavoro e le sue tecniche”, che si è svolto nell’aula magna di Villa Cerami, sono stati affrontati da Laura Renda, presidente della sezione Lavoro del Tribunale di Catania, Giuseppe Napoletano, presidente del Centro nazionale studi di Diritto del Lavoro "Domenico Napoletano” e già presidente della sezione Lavoro della Corte di Cassazione.

Ad introdurre i lavori è stata la prof.ssa Gabriella Nicosia, ordinaria di Dritto del lavoro al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Catania, che in apertura ha sottolineato il lavoro svolto con gli studenti.

«Abbiamo costruito un percorso didattico che ambiva al coinvolgimento appassionato degli studenti del Dipartimento di Giurisprudenza ed in effetti i partecipanti a questa edizione hanno studiato con vero entusiasmo sperimentandosi nell’applicazione concreta del diritto, proiettandosi a questo incontro finale, affrontando un’esperienza formativa che, se vogliamo, può essere considerata unica nel loro cammino universitario», ha spiegato la docente.

I due ospiti, Renda e Napoletano, che hanno studiato gli atti costruiti dagli studenti e ascoltato la presentazione, hanno poi avviato un dibattito e un confronto scientifico puntuale e motivante, completando così il percorso formativo.

Il processo simulato di Diritto del lavoro (vai all'articolo) si basa su un caso di pura invenzione elaborato tenendo conto delle novità in materia di diritto del lavoro.

Un momento dell'intervento della prof.ssa Gabriella Nicosia

Un momento dell'intervento della prof.ssa Gabriella Nicosia

Nell’antefatto storico del processo simulato - riassunto dagli avvocati Marco Cuttone e Nino Matafù, tutor didattici dell’intero percorso - troviamo Guglielma Marconi, dipendente di una società a controllo pubblico.

La società, invece di riconoscerle il superiore livello di inquadramento, in applicazione ad un proprio regolamento, bandiva una selezione interna per la copertura del posto di “Sviluppo Clienti”.

Prevedendo una nutrita partecipazione alla procedura di selezione interna, decide di semplificare il lavoro ricorrendo ad una nuova strumentazione basata su un sistema di autoapprendimento dell’intelligenza artificiale (machine learning) capace di selezionare velocemente i curricula per la partecipazione alla progressione.

Il processo ha presentato pertanto due aspetti nell'ambito del diritto del lavoro: l'utilizzo di una nuova strumentazione, ovvero l'intelligenza artificiale, e lo stato di malessere della dipendente di una società pubblica.

«L’intelligenza artificiale rappresenta uno strumento molto valido anche se pericoloso – ha spiegato Giuseppe Napoletano in video collegamento - può sicuramente avvantaggiare i lavoratori per prospettare situazioni di disagio in via preventiva, è quindi valido ma va utilizzato con i dovuti accorgimenti poiché in base al tipo di intelligenza artificiale, se funziona per autoapprendimento o attraverso emissione di dati, deve essere comunque un procedimento trasparente e conoscibile dai lavoratori».

Un momento dell'incontro

Un momento dell'incontro

Difatti in merito a questo tema è intervenuta pure l’Unione Europea che ha regolamentato l’utilizzo di questo strumento. Al di là degli aspetti negativi è sicuramente uno strumento importante per le aziende e il benessere della salute dei lavoratori, come strumento di prevenzione e di correzione per individuare gli accorgimenti da adottare nel caso in cui quel tipo di organizzazione possa aver creato problemi ai lavoratori.

Il Diritto del lavoro sta attraversando un periodo di velocissima transizione, indubbiamente gli strumenti digitali comportano una trasformazione del mondo del lavoro.

«La prospettiva – ha affermato Giuseppe Napoletano - è quella di nuove figure professionali, certamente il mondo del lavoro muta, basti pensare al dato ormai conosciuto per cui i giovani trovano solo lavoro a tempo determinato ed è un prospettiva diversa e una ricaduta per quanto riguarda il futuro pensionistico previdenziale dei giovani per il domani, ritengo sia questo l'aspetto di maggior rilievo, del futuro del diritto del lavoro e del mondo del lavoro».

In foto Gabriella Nicosia e Laura Renda

In foto Gabriella Nicosia e Laura Renda

E sul ruolo del giudice del lavoro oggi e domani alla luce dei nuovi cambiamenti sociali, la presidente Laura Renda è intervenuta sostenendo che «dovrebbe essere sempre un ruolo di gestione dell’aspetto conflittuale tra datori di lavoro e lavoratori ed è innanzitutto un ruolo particolare rispetto a quello di un giudice civile, perché il giudice del lavoro ha ancora una funzione di tipo conciliativo e una funzione che tende a mettere d’accordo le parti prima di entrare nel processo in senso processuale vero e proprio».

«Credo – ha aggiunto - che sia un ruolo abbastanza incidente sul tessuto economico sociale oltre che da un punto di vista tecnico- giuridico».

«Questo progetto, che si colloca nel solco di una tradizione ormai consolidata – ha aggiunto la prof.ssa Gabriella Nicosia - permette ai nostri studenti non solo di confrontarsi con i temi giuslavoristici di maggiore attualità, ma anche di elaborare soluzioni interpretative e applicative, in modo da salutare l’esperienza didattica portando con sé una cassetta degli arnesi da custodire nel tempo. Basti pensare che in questa occasione hanno avuto modo di confrontarsi con il ricorso spinto all’intelligenza artificiale, il progressivo e incrementale riconoscimento di nuove modalità di erosione della salute di lavoratrici e lavoratori e l’emergente bisogno di anticipare la soglia della pretesa tutelabile sino al punto di scongiurare ambienti di lavoro stressogeni».

Nella foto da sinistra il segretario nazionale del CSDN, avv. Carbone; Salvatore Pagano, presidente della sez. di Catania del CSDN, il presidente nazionale del CSDN Giuseppe Napoletano; la prof.ssa Gabriella Nicosia (Università di Catania); il prof. Maurizio Cinelli (Università di Macerata)

Da una foto di archivio: da sinistra il segretario nazionale del CSDN, avv. Carbone; Salvatore Pagano, presidente emerito della sez. di Catania del CSDN, il presidente nazionale del CSDN Giuseppe Napoletano; la prof.ssa Gabriella Nicosia, segretario del CSDN sez. di Catania; il prof. Maurizio Cinelli  presidente della sez . Marche del CSDN

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