Il cammino dei briganti in Sicilia

Dal Parco delle Madonie al Parco dei Nebrodi attraverso un itinerario storico naturalistico raccontato da Vincenzo Asero e Giovanni Nicolosi 

Alfio Russo

Da qualche tempo diverse realtà territoriali d’Italia stanno rileggendo fatti, luoghi e personaggi che connotano il brigantaggio (re)interpretandoli nella prospettiva dell'Heritage tourism, fenomeno che caratterizza un certo modo di fare turismo e che si muove nel solco della conoscenza storica e della riscoperta e valorizzazione del patrimonio culturale tangibile e intangibile di un territorio e della sua comunità.

In questo quadro, il turismo partecipa alla conservazione del passato attraverso la narrazione e la fruizione di siti, anche naturalistici, reputati storicamente e culturalmente significativi.

Nel caso specifico, anche il brigantaggio è entrato a far parte delle riflessioni sulla natura e sul ruolo del patrimonio culturale nella costruzione della memoria storica di un territorio, enfatizzando eventi e personaggi a volte anche mitizzati nella narrazione popolare.

Questo processo, in termini di prodotto turistico, ha portato alla creazione di cammini e sentieri che propongono ai turisti i luoghi un tempo interessati dal fenomeno del brigantaggio come occasione per far conoscere un territorio anche attraverso la sua storia.

In questo quadro, si colloca Il cammino dei briganti in Sicilia. Dal Parco delle Madonie al Parco dei Nebrodi attraverso un itinerario storico naturalistico di Vincenzo Asero, docente del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Ateneo ed esperto di turismo, e Giovanni Nicolosi, guida naturalistica madonita.

L’obiettivo degli autori è di presentare in forma di guida turistica un cammino strutturato in tappe, percorrendo quelle zone della Sicilia dove il fenomeno del brigantaggio si sviluppò maggiormente.

Il foto il prof. Vincenzo Asero

In foto il prof. Vincenzo Asero

Il lavoro è stato condotto nell’ambito del Prin denominato Il brigantaggio rivisitato. Narrazioni, pratiche e usi politici nella storia dell’Italia moderna e contemporanea, realizzato dal Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Catania, insieme ad altre Università.

“Il nostro obiettivo è stato quello di creare un itinerario che offrisse l’opportunità di riflettere sull’importanza che il patrimonio culturale gioca nella rappresentazione degli elementi identitari e dell’immagine di un territorio. In questo quadro, il turismo diventa strumento di sviluppo attraverso la promozione della memoria di una comunità”, afferma Vincenzo Asero.

“Quelli che i due autori propongono è un itinerario storico-naturalistico che segue gli spostamenti dei masnadieri, si sofferma sui loro nascondigli, esplora le sedi di stragi ed eccidi, le zone di razzia, le vie di fuga e gli anfratti del riposo – spiega il prof. Sebastiano Angelo Granata del Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Catania.

“Un viaggio che racconta eventi e protagonisti mentre si snoda attraverso boschi e montagne, lambisce diversi paesi e trascende le ripartizioni amministrative dell’isola”, aggiunge il docente.

Il cammino attraversa i comuni di San Mauro Castelverde, Gangi, Sperlinga, Nicosia, Troina, Capizzi, e Cesarò, seguendo un percorso storico e della memoria che va dai primi anni dopo l’Unità d’Italia fino all’assedio di Gangi da parte del prefetto Cesare Mori nel 1926.

La guida punta a far conoscere e scoprire luoghi, episodi e personaggi legati dalle vicende dei famigerati briganti maurini, banditi che funestarono gran parte della Sicilia nella seconda metà dell’Ottocento e di cui si occuparono numerosi cronisti dei giornali dell’epoca, e persino il The New York Times.