I polimorfismi genetici in ambito biomedico e forense nella professione del biologo

Ne hanno discusso esperti del settore nel corso di un incontro nei locali della sezione di Biologia animale dell’Università di Catania

Alfio Russo

L’ambito professionale del biologo relativo alle indagini biomolecolari in ambito forense e biomedico.

È il tema principale dell’evento formativo che si è tenuto nei giorni scorsi nell’aula Centrale della sezione di Biologia animale del Dipartimento di Scienze biologiche geologiche e ambientali dell’Università di Catania.

Un incontro - organizzato dal corso di laurea in Scienze biologiche dell’Università di Catania e dall’Ordine dei Biologi della Sicilia – che ha coinvolto esperti dell’ateneo catanese, dell’ordine siciliano, dell’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico Oasi Maria Santissima di Troina e della Sezione Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri di Catania.

Presentato dal prof. Salvatore Saccone, presidente del corso di laurea in Scienze biologiche di Unict, e dal prof. Alessandro Pitruzzella, presidente dell’ordine dei Biologi della Sicilia, all’incontro sono intervenuti il dott. Francesco Calì (ricercatore dell’Oasi Maria Santissima di Troina) e il dott. Giovanni Marcì (biologo molecolare e patologo clinico della Sezione Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri di Catania).

Grazie all’evento, gli studenti del corso di laurea, hanno potuto toccare con mano, grazie all’esperienza di esperti che operano sul campo, i vari ambiti professionali del biologo, mentre i laureati e i giovani biologi hanno potuto approfondire alcune tematiche principali della professione.

Nella sua relazione il dott. Francesco Calì ha trattato le caratteristiche generali e specifiche dei polimorfismi genetici utilizzati in ambito forense e biomedico e come questi vengono utilizzati nell’ambito della professione del biologo.

E ha proseguito mostrando l'importante ruolo dei microsatelliti nelle malattie genetiche e nella medicina legale. In chiusura ha offerto un'opportunità agli studenti per esplorare ed approfondire le applicazioni e le implicazioni delle sequenze di Dna altamente variabili in ambito biomedico, forense e nella genetica delle popolazioni.

Il dott. Giovanni Marcì, invece, ha mostrato le tecniche che consentono di esaltare le tracce forensi sulla scena del crimine. In particolar modo ha preparato in aula il reattivo Luminol, combinando gli elementi che lo costituiscono e mostrando l’effetto della chemiluminescenza sprigionata quando entra in contatto con ipoclorito di sodio e con il sangue.

Di particolare effetto l’esaltazione delle tracce biologiche con l’impiego delle luci forensi che, utilizzate in aula, hanno chiarito le importanti caratteristiche spettroscopiche delle tracce biologiche.

Per ultimo, ma non meno importante, la narrazione illustrata di alcuni casi forensi brillantemente svolti grazie alle competenze dei biologi forensi che svolgono la “propria missione” nel settore delle investigazioni scientifiche il cui contributo risulta determinante nella risoluzione di molti casi giudiziari.

In foto da sinistra Francesco Calì, Alessandro Pitruzzella, Salvatore Saccone e Giovanni Marcì

In foto da sinistra Francesco Calì, Alessandro Pitruzzella, Salvatore Saccone e Giovanni Marcì