I pesci tra acquario e biologia evolutiva

Al Museo di Zoologia il seminario con Carmelo Fruciano sulla passione per l'acquariofilia e il legame con la ricerca scientifica d'avanguardia 

Pierluigi Bianca
Coris julis, un labride comune sulle nostre coste e conosciuto comunemente con nomi quali “pizzire’”, “donzella”, “iurea” o “viriula”.
  Ciclidi di varie specie venduti in un mercato in Nicaragua, tenuti insieme da uno spago a formare una “coroncina”. Foto: Carmelo Fruciano
Halichoeres hortulanus, un labride tropicale. Foto: Carmelo Fruciano
Amatitlania sp., una specie di ciclide centro-americano comunemente tenuto in acquario. Foto: Carmelo Fruciano

La passione e la ricerca. Due aspetti fortemente legati tra loro e che Carmelo Fruciano, associato di Zoologia all’Università di Catania, ha evidenziato nel corso dell’incontro dal titolo Un acquariofilo si scopre ricercatore.

Ad aprire l’incontro - organizzato dal Museo di Zoologia e Case delle farfalle dell’ateneo catanese nell’ambito del ciclo di seminari Un tè al museo di Zoologia – è stato il dott. Fabio Massimo Viglianisi, responsabile delle attività didattiche del Muzoo.

A seguire il prof. Carmelo Fruciano ha sottolineato nel seminario divulgativo il legame tra la passione per l'acquariofilia con la ricerca scientifica d'avanguardia. Fin da bambino appassionato di acquari, il docente ha condiviso il suo percorso personale e professionale che lo ha portato nel corso degli anni a lavorare sulle grandi questioni ancora aperte nel settore della biologia evolutiva nelle prestigiose istituzioni italiane e internazionali.

Pterophyllum scalare, un ciclide comunemente tenuto in acquario e chiamato spesso “scalare”, qui fotografato all’Acquario di Berlino (foto di Carmelo Fruciano)

Pterophyllum scalare, un ciclide comunemente tenuto in acquario e chiamato spesso “scalare”, qui fotografato all’Acquario di Berlino (foto di Carmelo Fruciano)

In particolar modo il prof. Fruciano ha mostrato come due gruppi di pesci, amati dagli appassionati di acquari, siano diventati modelli fondamentali o emergenti per comprendere i meccanismi dell'evoluzione.

Il relatore si è focalizzato sui due gruppi di pesci chiamati Ciclidi e Labridi.

La famiglia dei Ciclidi include tante specie comuni negli acquari d’acqua dolce come scalari e discus, dalla forma inusuale, ma anche tante altre specie multicolori, per esempio provenienti dai grandi laghi africani Malawi, Tanganica e Victoria.

Il gruppo di pesci marini dei Labridi include alcune specie mediterranee (per esempio le donzelle, i pesci cavaliere, i tordi ed i pesci pettine) e tante specie tropicali e subtropicali, anch’esse apprezzate in acquariofilia.

Questi pesci non solo abbelliscono i nostri acquari, ma costituiscono anche finestre estremamente utili sul processo evolutivo, offrendoci una visione unica su come le specie si adattano e si diversificano nel corso del tempo.

Un momento dell'intervento del prof. Carmelo Fruciano

Un momento dell'intervento del prof. Carmelo Fruciano

Il prof. Fruciano, inoltre, ha illustrato come la sua ricerca abbia contribuito a chiarire alcuni aspetti dell'evoluzione, dimostrando che la scienza può essere ispirata e alimentata dalle nostre passioni quotidiane.

Il relatore, in linea con il taglio divulgativo del ciclo di incontri del Muzoo, ha combinato nell’esposizione aspetti personali (esperienze da acquariofilo, foto di animali acquatici dai propri viaggi) e aspetti scientifici.

Al tempo stesso, nel corso del seminario che ha richiamato la presenza di numerosi studenti e ricercatori, il prof. Carmelo Fruciano ha mostrato come la sua ricerca su alcuni Ciclidi del Nicaragua abbia aiutato a chiarire quali fattori possono contribuire a formare nuove specie attraverso un raro processo detto speciazione simpatrica.

Analogamente il docente ha anche mostrato risultati ancora non pubblicati sui Labridi che mostrano come alcuni sottogruppi di labridi producano specie molto più velocemente di altri sottogruppi.

La presentazione è stata "alleggerita” da richiami alle esperienze del relatore, per esempio di quando durante una spedizione in Nicaragua nel 2012 in cui si è trovato, per effettuare dei campionamenti, a dover nuotare in laghetti di origine vulcanica in cui egli sapeva vivessero dei coccodrilli o delle visite nei mercati di quel Paese.

È stata un'occasione unica per apprendere e apprezzare la complessità della vita acquatica e il suo impatto sulla nostra comprensione dell'evoluzione e quindi dei meccanismi che hanno plasmato e prodotto la straordinaria varietà di esseri viventi che ci circonda.

In foto Fabio Massimo Viglianisi e Carmelo Fruciano

In foto Fabio Massimo Viglianisi e Carmelo Fruciano

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