Laura Bottini, docente di Islamistica, è intervenuta al ciclo di seminari “Conoscere il mondo islamico”, ripercorrendo le tappe della lotta per i diritti delle donne
«Quando si parla di diritti delle donne, l’Iran è considerato un caso eccezionale rispetto agli altri Paesi del mondo islamico». Ha esordito così Laura Bottini, docente ordinaria di Islamistica al Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania, in apertura dell’incontro dal titolo Donne e diritti: il caso dell’Iran che si inserisce all’interno del ciclo di seminari dedicati al tema Mondo islamico: guerre, diritti e manifestazioni artistiche.
La docente, nel corso dell’incontro nell’Auditorium del Monastero dei Benedettini, ha esaminato i principali momenti della lotta delle donne in terra d’Iran fornendo un’ampia prospettiva storica e notevoli spunti di riflessione.
«E l’unicità dell’Iran – ha continuato – non dipende soltanto dalla posizione geografica o dal fatto che si tratti di un Paese plurietnico e plurilinguistico. L’Iran è stato, infatti, teatro della cosiddetta Rivoluzione del 1979, il cui risultato è stato l’istituzione della Repubblica Islamica d’Iran. Questo evento viene spesso citato quando si parla di diritti della donna collegando, quindi, il progresso e il regresso delle conquiste giuridiche all’istituzione della Repubblica».
La Rivoluzione del 1979, infatti, portò all’instaurazione di una vera e propria teocrazia guidata dal clero sciita e quindi a un predominio del potere religioso sull’apparato burocratico del Paese. Furono banditi i partiti, le associazioni e venne limitata la libertà di stampa. La svolta repressiva del governo, inoltre, ebbe serie ripercussioni sulla vita delle donne che furono obbligate a indossare il velo e relegate al margine della vita pubblica. Per spiegare in che modo le dinamiche governative possano influenzare la vita delle donne, la professoressa Bottini si è soffermata su due temi di particolare rilevanza sia sociale che culturale: l’istruzione e il matrimonio.
«Durante l’epoca della Repubblica, per esempio, l’istruzione viene incoraggiata e si tratta di una tendenza che non è più interrotta e che, secondo alcuni, rappresenta una delle principali peculiarità del sistema iraniano. Ci si potrebbe chiedere: qual è l’intenzione, l’obiettivo ultimo di chi sta al governo? Potrebbe forse essere quello di creare un modello di donna musulmana?», ha detto la prof.ssa Bottini.

Una donna iraniana nel corso di una protesta in piazza
L’Iran risulta, anche oggi, uno dei Paesi con il più alto tasso di alfabetizzazione, le donne sono istruite e sono qualificate per ricoprire incarichi prestigiosi, ma hanno comunque meno diritti degli uomini.
«Ovviamente – ha precisato la professoressa Bottini – l’accesso delle donne all’istruzione è legato alle diverse presidenze. Sotto i governi più riformisti le ragazze potevano frequentare un numero maggiore di corsi di laurea che, in altri periodi, erano loro preclusi»
Nel corso della storia, infatti, le studentesse iraniane furono allontanate dalle cosiddette discipline Stem, perché ritenute adatte agli uomini, e reindirizzate verso lo studio di materie umanistiche considerate più adeguate. Questo tipo di discriminazione portò, in determinati periodi, a un calo delle iscrizioni e a una diminuzione delle prospettive lavorative.
La nascita di movimenti e associazioni femminili, però, contribuì a sviluppare un nuovo senso di consapevolezza e permise di allargare la partecipazione delle donne alla vita sociale.
Il secondo tema trattato durante la lezione è quello del matrimonio. Il rito, codificato secondo le leggi patriarcali, prevedeva che la donna ottenesse il permesso del padre, accettasse il ruolo di capo famiglia del marito e si sottomesse alle decisioni di quest’ultimo. Il ripudio o il divorzio le erano negati e le ragazze erano spesso costrette a sposarsi in tenera età. È proprio per questo motivo che il matrimonio fu, ed è tuttora, uno degli argomenti più discussi a livello giuridico.
«Il codice civile iraniano – ha spiegato la professoressa Bottini – è stato oggetto, nel corso degli anni, di numerosi interventi e modifiche riguardanti il matrimonio e il divorzio. Per esempio, nel cosiddetto periodo della Rivoluzione Bianca, ovvero un programma di riforme voluto dall’America per la modernizzazione dell’Iran tra il 1963 e il 1969, si sono registrati diversi interventi: viene introdotta la legge sulla protezione della famiglia e stabilita l’età minima per contrarre il matrimonio. Ed è grazie all’operato di Mehrangiz Dowlatshahi, una delle prime donne iraniane elette in parlamento, che le donne ottengono importanti conquiste».
Dall’itinerario storico tracciato dalla professoressa Bottini si evince che la lotta per i diritti delle donne non è mai un processo lineare, ma un percorso complicato fatto di continue vittorie e sconfitte. La lezione si quindi conclusa con gli interventi degli studenti presenti in aula che hanno dato vita a un vivace dibattito.

Le docenti Laura Bottini e Cristina La Rosa
Conoscere il mondo islamico
“Conoscere il mondo islamico” è titolo dei seminari didattici interdipartimentali promossi dal Dipartimento di Scienze umanistiche e che quest’anno è giunto alla decima edizione.
Quest’anno il ciclo è dedicato al tema Mondo islamico: guerre, diritti e manifestazioni artistiche. Per celebrare questa ricorrenza le docenti organizzatrici, Laura Bottini (Storia dei Paesi islamici), Mirella Cassarino (Lingua e letteratura araba), Alba Rosa Suriano (Lingua e letteratura araba) e Cristina La Rosa (Lingua e letteratura araba, coordinatrice) hanno pensato di riproporre tre delle tematiche che, nei laboratori precedentemente svolti, hanno riscosso un particolare successo fra il pubblico degli studenti e la società civile.
Si tratta delle riflessioni sulle guerre in area vicino e medio-orientale, sulle donne e sui processi di emancipazione femminile e su peculiari aspetti della produzione letteraria e artistica.