Con l’incontro Ci vuole orecchio inaugurata la rassegna di incontri naturalistici Un tè al Museo di Zoologia
«I canti degli uccelli rappresentano la colonna sonora delle nostre passeggiate in natura, nei giardini e in alcuni casi in piena città. È un elemento caratterizzante del nostro paesaggio, spesso non ci facciamo caso, ma, se poniamo l’attenzione su di essi, ne prendiamo consapevolezza».
Renzo Ientile, ornitologo e direttore della Riserva naturale orientata “Vallone di Piano della Corte” gestita dall’Università di Catania, ha aperto così il suo intervento all’incontro "Ci vuole orecchio", primo appuntamento del ciclo di seminari “Un tè al Museo di Zoologia”.
Un’iniziativa - organizzata dal Museo di Zoologia e Casa delle Farfalle del Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali – che, al suo primo appuntamento, ha visto per protagonista anche Fabio Lo Valvo, direttore del Museo di Storia naturale di Terrasini.
Un incontro in cui i presenti hanno provato ad «associare ad un verso, genericamente da molti catalogato come di ‘un uccello’, ad una specie ben precisa, con nome e cognome e caratteristiche che la rendono unica» spiega l’ornitologo.

Renzo Ientile in attività di inanellamento
I suoni dell’estate
«Le estati, tra le vie dei centri storici, echeggiano le grida dei rondoni, da non confondere con le rondini; rondoni, presenti nelle nostre città con almeno due specie, rondone comune e rondone pallido. Le notti estive, contrassegnate dal canto del cosiddetto “chiù”, l’assiolo, uno dei più piccoli rapaci notturni europei – continua l’esperto -. Molte specie, tra cui il noto Cardellino o la Calandra, per le eccezionali doti canore, sono stati oggetto di cospicui prelievi in natura. Questi uccelli ingabbiati, con il loro canto, per lungo tempo ci hanno tenuto compagnia, oggi però sono diventati rari in natura e godono di leggi che ne vietano la cattura e la detenzione».
Lo studio del canto degli uccelli
Tra folclore e scienza, attraverso una carrellata di specie note e meno note, i relatori hanno introdotto allo studio del canto degli uccelli, un nuovo filone di ricerca, la bioacustica, che ha avuto un grande sviluppo negli ultimi anni.
«Lo studio dei canti ha evidenziato alcuni aspetti sorprendenti, come l’esistenza di veri e propri dialetti locali tra popolazioni della stessa specie. Quindi una Capinera a Catania modulerà un canto differente da una Capinera che vive a Roma, simile, ma non uguale – hanno spiegato ai presenti i relatori -. Oggi è possibile con uno smartphone registrare i canti degli uccelli. Grazie a diverse app possiamo spesso risalire alla specie che sta cantando, ma occorre stare attenti a non acquisire in maniera acritica tutto ciò che il nostro dispositivo ci restituisce».
«L’orecchio dell’ornitologo è, e rimane, insostituibile, tuttavia possiamo avere una guida – aggiungono -. Possiamo, inoltre, condividere le nostre registrazioni, caricandole in piattaforme dedicate ai canti degli uccelli (come ad esempio xenocanto.org), contribuendo attivamente allo studio, un bell’esempio di citizien science che sta riscuotendo grande successo».
Capinera (foto di Salvatore Baglieri)
Il canto: da fonte di ispirazione per artisti a metodo di ricerca
«Il canto degli uccelli ha sempre suscitato l'interesse di scrittori e poeti, ma anche di grandi musicisti. E se in passato l’ascolto del canto e, soprattutto, l’esatta localizzazione poteva garantire una futura preda per il cacciatore, oggi il riconoscimento delle specie attraverso il canto è una metodologia utilizzata nella ricerca scientifica per lo studio delle popolazioni di uccelli» hanno spiegato i docenti Giorgio Sabella (responsabile scientifico del Muzoo) e Fabio Massimo Viglianisi (responsabile delle attività didattiche e educative del Muzoo), ideatori e organizzatori della rassegna di incontri naturalistici.
Nel corso dell’incontro, infatti, i presenti hanno potuto ascoltare una quindicina di canti di altrettanti uccelli commentati dagli autori con notizie sull'ecologia e sugli habitat di queste specie, condite da indicazioni di nomi e detti siciliani. Particolarmente originale la presentazione al pubblico di una decina di richiami per uccelli costruiti dall'uomo con diversi materiali.