Alessandro Priolo illustra il progetto Cit-Rum, finanziato con fondi Prin e di cui è principal investigator, che mira al miglioramento del settore zootecnico secondo il principio di economia circolare
Gli agrumi sono la frutta più prodotta al mondo, con oltre 140 milioni di tonnellate secondo i dati dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura.
Di queste, circa un terzo viene trasformato per estrarne il succo, ma anche per ottenere pectine e olii essenziali. Dalla trasformazione industriale degli agrumi si ottengono biomasse non edibili (come bucce, pastazzi, semi) per una produzione annuale stimata sulle 28 milioni di tonnellate, a livello mondiale.
Lo smaltimento di questi sottoprodotti richiede alti costi e possono costituire una fonte di inquinamento per il suolo e le acque. La valorizzazione dei sottoprodotti degli agrumi è dunque fondamentale per proteggere l’ambiente e ridurre i costi dell’industria agroalimentare.
Il progetto Cit-Rum, acronimo di Valorisation of CITrus byproducts by a sustainable utilisation in RUMinant feeding: a way to recycle wastes, reduce the impact of feedstuff transport and improve milk and meat quality – selezionato come Progetto di Rilevante Interesse Nazionale dal Ministero dell’Università e della Ricerca - mira al miglioramento del settore zootecnico secondo il principio di economia circolare. L’obiettivo di questo progetto è di valorizzare i sottoprodotti degli agrumi nell’alimentazione degli animali, affrontando così allo stesso tempo la gestione dei rifiuti dell’industria agrumicola e il costo dei mangimi nell’industria zootecnica.
Con un partenariato che vede l’Università degli Studi “Mediterranea” di Reggio Calabria e l’Università degli Studi di Foggia coordinate dal Dipartimento di Agricolrura Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania, il progetto Cit-Rum si piazza in una posizione strategica: oltre il 90% della produzione nazionale di agrumi si concentra, infatti, in Sicilia, Calabria e Puglia.
I sottoprodotti in generale sono da sempre utilizzati nella dieta degli animali, permettendo di diminuire l’impatto ambientale e economico derivante da quei mangimi che sono invece coltivati (ad esempio, mais e orzo).
Ci sono tuttavia alcuni sottoprodotti, soprattutto quelli facilmente deperibili, che vengono utilizzati sporadicamente e senza criterio poiché mancano le basi scientifiche per il loro impiego.
È il caso dei sottoprodotti degli agrumi. Negli ultimi 20 anni, la ricerca in campo zootecnico ha dimostrato come i sottoprodotti degli agrumi possano essere inclusi nella dieta dei ruminanti in dosi del 15% e oltre senza effetti negativi. Ci sono tuttavia ancora molti aspetti che devono essere studiati per garantire che questa pratica sia solidamente adottata dagli agricoltori.
Il primo problema è che questi sottoprodotti sono spesso considerati come un unico prodotto, contribuendo così alla grande confusione sul loro utilizzo. Le diverse specie di agrumi (arancia, mandarino, limone, bergamotto) e i diversi processi industriali (estrazione di succo, estrazione di oli essenziali, estrazione di composti fenolici), invece, generano sottoprodotti diversi con caratteristiche specifiche.
In secondo luogo, è essenziale un approccio multidisciplinare in contatto con la realtà pratica.
La comunicazione con gli operatori del settore è necessaria per comprendere le esigenze e i limiti dell'industria agrumicola e degli allevatori di ruminanti, al fine di orientare la ricerca e ottenere consigli pratici. Inoltre, è di fondamentale importanza quantificare l'impatto che questa strategia alimentare ha sui costi di allevamento e sull'accettazione da parte dei consumatori.
Mancano, infine, informazioni più approfondite sull’effetto dell’alimentazione con i sottoprodotti degli agrumi sul benessere animale e sulla qualità dei prodotti. La composizione peculiare degli agrumi, infatti, comprende acidi grassi polinsaturi, composti fenolici, flavonoidi e vitamine, che hanno il potenziale per migliorare naturalmente il benessere degli animali e la qualità nutrizionale degli alimenti di carne e latte.
Il progetto Cit-Rum vuole approfondire tutti questi aspetti con un approccio multidisciplinare e un metodo from farm to fork.
Le attività di ricerca prevedono una caratterizzazione chimico-nutrizionale dettagliata di vari sottoprodotti, la somministrazione a pecore da latte e agnelli in condizioni aziendali e l’analisi di numerosi parametri sull’animale, sul latte e sulla carne.
L’obiettivo è quello di sviluppare consigli pratici per gli operatori del settore su come utilizzare i sottoprodotti degli agrumi nella dieta dei ruminanti, in un’ottica di economia circolare. I risultati del progetto Cit-Rum avranno quindi applicazioni rilevanti per l'industria agrumicola, l’industria mangimistica e il settore zootecnico, come dimostrano le manifestazioni d’interesse già ottenute da parte di diverse aziende locali.
Il prof. Alessandro Priolo