Le soluzioni basate sulla natura per contrastare la fragilità ambientale nelle aree interne al centro di due incontri a cui hanno partecipato gli studenti del Dicar e del Di3A
La questione della marginalità socio-economica delle aree interne e le pratiche di valorizzazione territoriale che possono emergere da forme di cittadinanza attiva.
Sono solo alcuni temi degli incontri a cui hanno partecipato gli studenti del corso di laurea in Ingegneria edile-architettura del Dipartimento di Ingegneria civile e architettura e di Pianificazione e sostenibilità ambientale del territorio e del paesaggio del Dipartimento di Agricoltura Alimentazione e Ambiente nell’ambito del ciclo di seminari e lezioni itineranti GeoTalk/GeoWalk: uno sguardo geografico del territorio organizzato annualmente dalla prof.ssa Teresa Graziano di Geografia economico-politica al Di3a dell’Università di Catania.
Al seminario – che si è svolto nei locali della Cittadella universitaria dell'ateneo catanese - erano presenti anche alcuni rappresentanti del Presidio Partecipativo del Patto di Fiume Simeto, la rete associativa con esperienza pluriennale che rappresenta un attore cruciale della SNAI - Strategia Nazionale per le Aree Interne finanziata dall’Agenzia di Coesione territoriale a partire dal 2014 per contrastare i processi di spopolamento delle aree marginali.
L’area Snai Val Simeto, infatti, è una delle 72 aree pilota identificate dalla Strategia che ha mappato e classificato tutto il territorio italiano sulla base della difficoltà di accesso ai servizi di base nel campo dell’istruzione, della sanità e dei trasporti, ottenendo un finanziamento di circa 31 milioni di euro destinato a interventi in ambito culturale, sanitario, educativo e della mobilità.
All'interno dell’area Snai Val Simeto, l'area progetto comprende i Comuni di Adrano, Biancavilla e Centuripe, mentre i restanti 7 Comuni (Belpasso, Motta Sant’Anastasia, Paternò, Ragalna, Regalbuto, Santa Maria di Licodia, Troina) fanno parte dell'area strategica.
Un momento dell'intervento della prof.ssa Teresa Graziano
I rappresentanti del presidio partecipativo, dopo i saluti della prof.ssa Teresa Graziano e l’intervento introduttivo delle docenti di tecnica e pianificazione urbanistica Laura Saija e Giusy Pappalardo, che hanno lavorato a lungo nella Valle, hanno condiviso la loro esperienza sul campo.
In particolare Medea Ferrigno, ingegnera e dottoranda dell’Università Iuav di Venezia, ha fornito una breve introduzione sul ruolo del presidio nella Valle del Simeto, seguita dall’ingegnere e vicepresidente del presidio, Carmelo Caruso, che ha evidenziato il ruolo della mappatura di comunità e della governance partecipata per l’implementazione del patto, coinvolgendo università, presidio e comuni come elementi chiave della pianificazione territoriale.
L’avv. Marianna Nicolosi ha illustrato la nascita e lo sviluppo dell'Ecomuseo del Simeto, progetto di valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale, con cui la comunità, nei suoi molteplici attori, si unisce per la tutela del proprio territorio e per produrre nuova cultura.
A seguire Emanuela Rita Giuffrida, dottoranda del PhD program in Agricultural, Food and Environment dell’Università di Catania, ha illustrato il suo progetto di ricerca dottorale incentrato sull’analisi della percezione e accettabilità delle Soluzioni Basate sulla Natura nella Valle del Simeto, finanziato grazie a una borsa di dottorato comunale erogata dall’Agenzia di coesione territoriale che mira a favorire la collaborazione tra università e aree interne.
Studenti impegnati nella mappatura e raccolta delle fragilità del territorio
Nel caso specifico il progetto, coordinato dalla prof.ssa Teresa Graziano, in qualità di tutor scientifica, insieme con la co-tutor Feliciana Licciardello, docente di Idraulica agraria e sistemazioni idraulico-forestali, mira a fornire un modello conoscitivo ai comuni coinvolti sulla necessità di adottare soluzioni innovative per contrastare la fragilità ambientale, fattore particolarmente rilevante nei territori che affrontano il problema dello spopolamento.
Nel corso dell’intervento, la dottoranda, oltre a diffondere un questionario conoscitivo da svolgere sulle NBS, ha illustrato gli esiti di uno dei primi eventi di co-progettazione, ospitato dal Comune di Centuripe, un workshop di co-design organizzato nell'ambito del dottorato comunale del Di3a in collaborazione con l'associazione “5C” e il Presidio Partecipativo del Patto Fiume Simeto.
Momento cardine dell'evento è stato l'Aperitalk, nei locali del Comune di Centuripe nell'Ennese.
Veri e propri tavoli di lavoro aperti alla cittadinanza con un rinfresco a cura degli studenti dell’Istituto professionale di Stato per i servizi di Enogastronomia e Ospitalità Alberghiera "Don Pino Puglisi” di Centuripe, che ha consentito una prima mappatura delle aree percepite come particolarmente fragili dalla popolazione, per le quali è possibile individuare strategie di ricerca comune focalizzate sulle Soluzioni Basate sulla Natura.
L’evento ha rappresentato una testimonianza di come si possa convergere formazione, ricerca e terza missione attraverso il coinvolgimento attivo di diversi attori che a vario titolo operano nei territori.
Un momento del seminario con gli studenti alla Cittadella universitaria