Geologia da svelare e conoscere a Catania

Larga partecipazione al tradizionale appuntamento della Settimana del Pianeta Terra nella città etnea. A far da “Cicerone” docenti e ricercatori del Dsbga di Unict

Alfio Russo
Un momento delle attività al Monastero dei Benedettini
Un momento della visita all'Anfiteatro
Un momento della visita alla Plaja
Un momento della visita alla Plaja
Un momento della visita alle Terme Achilliane
Un momento della visita alla Plaja
Un momento della visita alle Terme Achilliane

Sveliamo la geologia e l’immensa Bellezza d’Italia. Questo il motto della Settimana del Pianeta Terra, un festival scientifico che coinvolge tutta l'Italia, vive dal 2012 ed è diventato il principale appuntamento condiviso di comunicazione pubblica delle nostre Geoscienze. Con l’eclettico attore e geologo Cesare Bocci come gentile testimonial.

Le geoscienze sono fortemente presenti nella nostra quotidianità e rivestono un ruolo strategico per lo sviluppo sostenibile a livello economico, sociale e ambientale del nostro Paese: riguardano risorse idriche, minerarie ed energie, dinamica fluviale e costiera, protezione dai rischi geologici e idrogeologici, sviluppo sostenibile, sicurezza ambientale e salute umana.

La comunicazione pubblica della scienza è diventata un bisogno sociale diffuso, perché noi, cittadini tutti, abbiamo bisogno di informazione e conoscenza scientifica per poter sviluppare compiutamente i nostri diritti di quella “cittadinanza scientifica” intesa come condivisione del patrimonio scientifico messo al servizio della comunità.

Nell’ambito della Settimana del Pianeta Terra, il Piano lauree scientifiche Geologia di Catania ha patrocinato il geo-evento intitolato Melior de cinere surgo: Catania città geologica.

L’evento è stato organizzato e curato da docenti e ricercatori Rosalda Punturo, Agata Di Stefano, Salvo Distefano, Andrea Cannata, Giovanna Pappalardo, Cristina Belfiore, Francesco Panzera, Serafina Barbano, Roberto Visalli, Gabriele Lanzafame e Laura Borzì e i dottorandi Viviana Barbagallo, Valeria Indelicato, Jeffrey Brooks, Massimiliano Cardone, Adriana Iozzia, Alfio Marco Borzì del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Catania.

Un momento della visita all’anfiteatro Romano

Un momento della visita all’anfiteatro Romano

«La città di Catania, di origine greca, si distingue, infatti, per il forte legame tra geologia e sviluppo della società, il nome Katane significa infatti grattugia, in riferimento ai terreni lavici – spiega la prof.ssa Rosalda Punturo, referente del Dsbga per l’Orientamento Geologia -. Insieme ad altre sette città, oggi patrimonio Unesco, fu ricostruita dopo il terribile terremoto del 1693, che rase letteralmente al suolo interi centri abitati della Sicilia sud-orientale».

Catania è una città con una ricca storia geologica, in cui i litotipi utilizzati variano a seconda dell’epoca costruttiva: dalle pietre locali (lave etnee, calcari di Siracusa) ai graniti utilizzati in epoca imperiale Romana e “riciclati” nei monumenti più recenti.

«A causa della sua storia sismica e vulcanica è attentamente studiata per ricavare informazioni utili alla mitigazione dei rischi associati a queste potenti forze naturali, come i terremoti del 1169, 1693 e 1818 che sono tra i più devastanti della recente storia d'Italia e l’hanno fortemente danneggiata. A questi si aggiunge l’attività del vulcano Etna, che con le sue colate laviche ne ha cambiato più volte la morfologia e le caratteristiche idrogeologiche. Ogni volta Catania è rinata dalle sue macerie più bella di prima, e oggi racchiude una storia geologica unica», aggiunge la docente.

Partendo da queste considerazioni è stato organizzato il geo-evento Melior de cinere surgo a cura del Dsbga.

Un momento della visita alla Plaia di Catania

Un momento della visita alla Plaja di Catania

In particolare, sono state condotte due attività distinte: una visita nel centro storico della città, che ha permesso di conoscerne l’evoluzione dall’epoca greca fino a oggi e poi un tour nel suo litorale, la Plaja, è stato possibile scoprire i cambiamenti nel tempo e sperimentare le tecniche di monitoraggio della linea di costa.

Gli obiettivi sono stati quelli di fare conoscere ai più giovani e alla popolazione in generale, tramite l’Università di Catania, il patrimonio geologico-culturale della città, sito mondiale Unesco (Città tardo-barocche della Val di Noto) e proprio per questo, grazie al Comune di Catania e al Museo Diocesano, gli itinerari hanno riguardato anche l’Anfiteatro Romano e le Terme Achilliane, oltre che altri luoghi importanti dal punto di vista storico-geologico come il Castello Ursino e il Monastero dei Benedettini.

Hanno aderito all’iniziativa oltre duecento studenti e studentesse insieme con i docenti delle scuole superiori di Catania e della provincia come l’IIS Vaccarini, l’ITI Cannizzaro e dei licei Galilei e Boggio Lera, inoltre, del Liceo "Verga" di Adrano.

Ed, inoltre, di altrettanti cittadini curiosi di conoscere la propria città per un totale, nelle tre giornate dell'iniziativa.

«Considerando che il numero dei partecipanti era limitato per motivi logistici, a richiesta delle scuole e di varie associazioni che insistono nel territorio catanese ci proponiamo in futuro di ripetere questa esperienza – ha spiegato la prof.ssa Rosalda Punturo -. L’iniziativa, coerentemente con gli obiettivi della Settimana del pianeta Terra, ha permesso di aprire le porte della città non solo sul suo patrimonio geologico ambientale, naturalistico e culturale, ma anche su quel territorio complesso e articolato, quale è quello etneo, dove i geologi vivono e lavorano ogni giorno».