Al Centro Universitario Teatrale di Unict la proiezione del docu-film della giornalista Giulia Innocenzi e Pablo D’Ambrosi. A seguire il dibattito con i docenti del Di3A Salvatore Bordonaro e Alessandra Gentile
Sono quasi 400mila i miliardi di euro raccolti dai contribuenti europei per la Politica Agricola Comune e la maggior parte di questi destinati agli allevamenti intensivi, che maltrattano gli animali, inquinano l’ambiente e sono complici della perdita di biodiversità e dell’antibiotico resistenza.
Giulia Innocenzi, giornalista d’inchiesta che negli ultimi anni ha svolto lavori proprio per rivelare la verità dietro agli allevamenti e che attualmente lavora per Report di Rai3, ha messo in luce nel docu-film Food For Profit la realtà di una politica europea che si professa green, ma che, a quanto pare, agisce aderendo a precise dinamiche di mero interesse economico, rivelando per la prima volta i legami tra l’industria della carne (e dei derivati), le lobby e il potere politico.
«Questa è la prima proiezione in una università. Grazie mille. Possiamo dire che Catania ha diversi primati, infatti, stamattina abbiamo fatto la prima proiezione in un liceo ed è andata molto bene, gli studenti erano molto coinvolti e la domanda più ricorrente alla fine del film è stata: Ma noi cosa possiamo fare? Ecco, questo è un po’ quello che vogliamo lanciare con Food for profit, quello che tutti noi dobbiamo fare», ha detto così la giornalista-regista Giulia Innocenzi, presente nei giorni scorsi a Catania, al Centro Universitario Teatrale, per presentare Food for Profit, il docu-film creato insieme con Pablo D’Ambrosi, un film-maker italo-britannico con una lunga esperienza anche nell’ambito dei documentari investigativi.
Un momento dell'intervento di Giulia Innocenzi al Cut di Unict
Presenti al dibattito successivo alla proiezione del film – oltre la stessa giornalista e regista Giulia Innocenzi –, Salvatore Bordonaro (presidente dell’Azienda Agraria Sperimentale dell’Università di Catania) e Alessandra Gentile (coordinatrice per l’Università di Catania del Centro Nazionale Agritech), con due moderatori, gli studenti Unict Giuseppe Trovato e Gianfrancesco Pisa.
Food for profit è un documentario investigativo con approccio cinematografico, in cui Giulia Innocenzi e Pablo D’Ambrosi guidano lo spettatore in un viaggio illuminante e scioccante in giro per l’Europa, confrontandosi con allevatori, multinazionali e politici della commissione europea.
Con loro, una squadra di investigatori che ha lavorato sotto copertura negli allevamenti di diversi paesi europei (Germania, Italia, Polonia, Spagna), svelando la realtà che si cela dietro le eccellenze della produzione di carne e formaggio. A Bruxelles, un lobbista è riuscito a portare con sé una telecamera nascosta raccogliendo informazioni sconvolgenti e rivelando come molti dei parlamentari europei agiscano sotto un chiaro conflitto d’interessi.
In foto da sinistra Alessandra Gentile, Gianfrancesco Pisa, Giulia Innocenzi, Salvatore Bordonaro e Giuseppe Trovato
Si tratta di un film uscito senza produttore, infatti, spiega Giulia Innocenzi. «Io e Pablo D’Ambrosi, mio socio, ci siamo dovuti creare la nostra società che abbiamo ribattezzato Pueblo Unido proprio perché avevamo bisogno di farci forza tra di noi – racconta la Innocenzi -. Il film è uscito in maniera indipendente proprio chiedendo aiuto a voi, per organizzare proiezioni nelle scuole, nelle università, chiedendo ai cinema di proiettarci gratuitamente. Da lì è partito un mail-bombing ai cinema e stasera siamo in diverse sale in giro per l’Italia e siamo sold-out».
Una presenza che ha riempito totalmente anche il Cut di Unict, con una richiesta di prenotazione che è andata ben oltre i posti disponibili in sala. Proprio a Catania sono programmate diverse altre proiezioni per aprile. E prosegue Giulia Innocenzi: «C’è tantissima attenzione per Food for Profit, quindi questo bisogno di consapevolezza mi fa ben sperare».
Il messaggio alla fine del film è chiaro: Stop sussidi pubblici agli allevamenti intensivi. «Dobbiamo pretendere che i nostri soldi vadano investiti a sostegno di un’agricoltura veramente verde, a favore degli animali e della nostra salute, pretendendo di fermare questo sistema corrotto, se vogliamo salvare il pianeta, e noi stessi», spiega la Innocenzi.
E alla domanda: Ma noi cosa possiamo fare? La risposta viene da sé: essere consapevoli di quello che si mangia, ridurre o, meglio, smettere di mangiare carne e derivati, decidendo di fare un favore agli animali, all’ambiente, al pianeta e quindi a noi stessi.