Eppur si muove: l’economia del Mezzogiorno dopo la crisi

Il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, è intervenuto all’incontro al Palazzo degli Elefanti

Alfio Russo

“Da decenni il Pil pro capite nelle regioni meridionali è poco più della metà di quello del Centro Nord. Un divario di sviluppo così ampio e persistente relativo a un’area tanto estesa rappresenta un primato negativo tra le economie avanzate”. Con queste parole il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta ha aperto la sua relazione dal titolo Eppur si muove: l’economia del Mezzogiorno dopo la crisi.

"La crisi finanziaria e quella dei debiti sovrani hanno dato origine a una prolungata fase di contenimento dei saldi di bilancio e a un crollo degli investimenti pubblici che hanno colpito il Sud con durezza. Nel periodo successivo alla pandemia il Mezzogiorno ha invece conseguito risultati migliori di quelli dell’intera economia italiana: tra il 2019 e il 2023 il prodotto è aumentato del 3,7%, contro il 3,3% nelle altre regioni. Il tasso di disoccupazione è sceso di 3,6 punti, il doppio che nelle regioni centro-settentrionali".

È l’analisi del governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, che oggi è intervenuto a Catania, al Palazzo degli Elefanti, all’incontro dal titolo Il polso dell’economia – Il Mezzogiorno nell'ambito dell'iniziativa In viaggio con la Banca d’Italia avviata nel 2023.

Nel corso dell’incontro si è anche soffermato sulla discrepanza sulla crescita del Mezzogiorno dopo la pandemia e durante l’attuale crisi economica. "Il divario territoriale non può essere colmato con misure assistenziali e una mera azione redistributiva, ma richiede politiche per stimolare lo sviluppo delle regioni meridionali", ha aggiunto Fabio Panetta.

Un momento dell'intervento del governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta

Un momento dell'intervento del governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta

“Se il Pil pro capite del Mezzogiorno aumentasse fino al 75 per cento di quello del Centro Nord, il nostro reddito pro capite supererebbe quello della Francia e, inoltre, un ambizioso, ma non irraggiungibile innalzamento del tasso di occupazione ai livelli del Centro Nord abbatterebbe le diseguaglianze al Sud e nell’intero Paese”, ha spiegato.

“Il Sud Italia è cresciuto più del Paese dopo la pandemia e ha ora occasioni di sviluppo per via della fine della fase globale di delocalizzazione e per la produzione di energia rinnovabile e dovrà far ricorso non a politiche assistenziali, ma a investimenti e riforme in grado di innalzare la capacità produttiva”, ha precisato il governatore della Banca d’Italia.

"La crescita osservata negli anni più recenti è in parte dovuta a fattori temporanei, ma la ripresa in atto riflette anche i processi di ristrutturazione e di consolidamento produttivo innescati dalla precedente recessione, con l’espulsione dal mercato di imprese deboli, meno efficienti e più piccole. Progressi sono emersi anche nel campo della tecnologia, dalla produzione di semiconduttori, microsistemi ai settori aerospaziale e farmaceutico”, ha sottolineato.

Un momento dell'intervento del governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta

Un momento dell'intervento del governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta

“La durata dei processi civili si è dimezzata, il grado di digitalizzazione della Pubblica amministrazione è aumentato. Sono indizi che denotano un potenziale di sviluppo del Mezzogiorno che può essere liberato con politiche appropriate", ha aggiunto Fabio Panetta, che ha posto l’accento sulla necessità di avviare investimenti infrastrutturali per contrastare anche la crisi idrica.

"Vanno privilegiati gli interventi infrastrutturali per accrescere la capacità produttiva. Per esempio quelli per contrastare la crisi idrica e rafforzare la rete elettrica, per sfruttare il vantaggio comparato nella produzione di energie rinnovabili. Vanno inoltre migliorati i collegamenti potenziando il sistema portuale e aeroportuale e le reti stradali e ferroviarie".

E, inoltre, ha sottolineato che “con cautela i fattori positivi dell’economia meridionale di questi anni, che sono «indizi, non prove», possono essere incrementate attraendo capitali privati e occorre guardare avanti alle ingenti risorse”.

Un momento dell'intervento del governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta

Un momento dell'intervento del governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta

In particolar modo ha evidenziato l’importanza delle risorse del Pnrr, ma con investimenti e qualità dell’azione pubblica.

“Meglio progetti del Pnrr efficaci, concordando un allungamento dei tempi, che realizzati in fretta al Sud d’Italia. Qualora a causa dell’ingente ammontare degli investimenti insorgesse un conflitto tra i due obiettivi, efficacia e rapidità, sarebbe preferibile salvaguardare il primo e valutare la possibilità di concordare, per queste regioni, un allungamento dei tempi di realizzazione dei progetti”, ha precisato.

A seguire ha anche lanciato la proposta di creare al Sud un “hub” dell’intelligenza artificiale. “I data center dedicati all’Intelligenza artificiale che consumano grandi quantità di energia potrebbero essere collocati al Sud Italia che è in grado di fornire energia rinnovabile a basso costo”, ha spiegato. Nel suo intervento il governato ha anche evidenziato che "tra il 2007 e il 2022 la capacità produttiva nelle rinnovabili del Mezzogiorno è quadruplicata, passando dal 26 al 40 per cento del totale nazionale».

«Le scelte di localizzazione dei data center da dedicare all’intelligenza artificiale sono influenzate in misura crescente dalla stabilità geopolitica e dalla disponibilità di energia pulita e a basso costo» ha ricordato. “Tuttavia sfruttare queste opportunità non sarà facile. Richiederà un deciso miglioramento del contesto produttivo locale e un potenziamento delle politiche di attrazione dei capitali”, ha detto in chiusura.