Elogio dell’ignoranza e dell’errore

Gianrico Carofiglio alla Scuola Superiore di Catania ha presentato il suo ultimo libro, celebrativo di due aspetti tanto umani quanto screditati dalla società odierna

Arianna Pedone (allieva della Scuola Superiore di Catania)

Gianrico Carofiglio, pugliese, cintura nera di Karate, ex magistrato, scrittore, ha presentato nei giorni scorsi alla Scuola Superiore di Catania la sua ultima uscita: Elogio dell’ignoranza e dell’errore.

“Il libro - spiega l’autore - è una provocazione: prende delle parole con una cattiva reputazione e cerca di spiegare come, invece, si nascondano al loro interno significati che possono aprire prospettive interessanti, a volte anche esaltanti”.

Il saggio è nato per caso da una chiacchierata di Carofiglio con un’amica che, sostenendolo nei suoi ideali, gli chiese di mettere per iscritto ciò che ha sempre pensato e professato sulle tematiche in questione, l’errore e l’ignoranza, che sono in un rapporto di interdipendenza.

È lo stesso scrittore a sviscerare il nocciolo della questione. “Sono interdipendenti, sia nella loro accezione positiva sia in quella negativa – ha detto lo scrittore -. In quella negativa è evidente: più siamo grossolanamente e arrogantemente ignoranti, più siamo portati a commettere errori, a volte catastrofici, che non siamo capaci di riconoscere e che quindi proseguono in un percorso di peggioramento”.

“Viceversa, l'ignoranza consapevole, che è la premessa di ogni vera conoscenza, è quella dote che ci consente di interpretare l'errore non come una catastrofe o un fallimento, anche se a volte possono essere molto seccanti, ma come un pezzo di un percorso di conoscenza – ha aggiunto -. Sbagliare è la nostra fondamentale modalità per capire il mondo, per conoscerlo e per allargare la nostra conoscenza, il che vuol dire cercare un pochino di ridurre l'ambito della nostra ignoranza”.

Un momento dell'intervento di Gianrico Carofiglio

Un momento dell'intervento di Gianrico Carofiglio. Al suo fianco il presidente della Scuola Superiore di Catania, Daniele Malfitana

Ma non si tratta “solo” di questo. Fra le righe del testo sembra infatti emergere un altro tema fondamentale per il disegno strutturale del testo: la fortuna. Si tratta di un’entità governabile se vista in gran parte come occhio aperto sul mondo e capacità di sperimentare, un’interessante chiave di lettura sostenuta dall’autore che esalta l’improvvisazione come la più grande virtù di una donna e di un uomo.

È proprio questo il motivo che spinge Carofiglio a far confluire nell’Elogio un insieme di situazioni e scenari plausibili tanto da renderlo “una specie di specchio in cui persone diversissime si riflettono, si preparano all’improvvisazione e sospendono il giudizio per ricercare una comprensione più profonda negli interstizi della complessità”.

Ci si chiede a tal punto se una società che non solo tollera gli errori, ma che li valorizza, sia un'utopia o sia realizzabile.

No, non è un'utopia – spiega lo scrittore -. Ci sono sistemi educativi che si basano proprio su questo. A me piace fare un esempio sul tipo di domande tollerate o apprezzate nei diversi tipi di società. Diciamo che le società autoritarie, e con questo non intendo necessariamente l'autoritarismo politico, ma l'autoritarismo del pensiero, sono quelle che amano le domande convergenti, quelle per cui c'è una risposta giusta e molte risposte sbagliate, il che ha un riverbero catastrofico sul sistema educativo”.

Un momento dell'intervento di Gianrico Carofiglio. Al suo fianco il presidente della Scuola Superiore di Catania, Daniele Malfitana

Un momento dell'intervento di Gianrico Carofiglio. Al suo fianco il presidente della Scuola Superiore di Catania, Daniele Malfitana

“A me piacciono le domande divergenti, fermo restando che ci sono domande che hanno una risposta giusta e sbagliata, come quelle sulle scienze esatte o su certe questioni – ha aggiunto -. Ma, in generale, sull'interpretazione del mondo, la domanda divergente è quella che apre la possibilità a prospettive diverse, è quella che fa considerare come esistano plurimi punti di vista sul reale. La migliore comprensione di questo reale deriva dalla capacità di metterli in combinazione fra loro e la premessa di questo è riconoscerli e rispettarli”.

È con questa speranza che si conclude l’intervista a Gianrico Carofiglio, la speranza di una società che si avvicini sempre più alla consapevolezza dell’esistenza di un progresso che nasce da una consapevole ignoranza, dell’errore come parte dello sviluppo e del processo di apprendimento di ciascun individuo.

Ciò non significa che non esistano errori oggettivi da accettare esattamente per quello che sono, ma che, al contrario di come è facile pensare, ne esistano tanti altri che non pongono sempre chi li compie nella condizione di ignorante, oggi aggettivo dai toni offensivi, ma in quella di chi crede ancora che sbagliando si impari.

L’intervista ricade nell’ambito di un evento organizzato dalla Scuola Superiore di Catania con fondi del progetto SAFI3 – Sinergie per orientare e promuovere un’Alta Formazione Innovativa, Interdisciplinare, Internazionale – Avviso 594 del 26-04-2024_Codice progetto: SSU2024-00003 – CUP SSC: E62B24000380001

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