A dimostrarlo uno studio internazionale sui bambini condotto da Luigi Mazzone, presidente del Cus Catania e Neuropsichiatra Infantile del Policlinico Tor Vergata di Roma
Il Disturbo dello spettro autistico in Italia ha un’incidenza di 1 bambino su 77 tra i 7 e i 9 anni ed è tra le condizioni su cui la ricerca si è maggiormente concentrata per comprendere la relazione tra l’asse intestino-cervello e i sintomi peculiari dell’autismo.
L’intestino, infatti, è stato definito “il secondo cervello” e al suo interno si celano possibili nuove terapie per risolvere disturbi neurologici e psichiatrici. In particolare il microbiota intestinale, ossia l’insieme di batteri, funghi, virus e altri organismi che aiutano ad assimilare cibi complessi e forniscono una barriera fondamentale per proteggerci dalle infezioni.
Partendo da questi dati un’equipe internazionale di ricercatori ha sperimentato, nel contesto di un trial clinico randomizzato a doppio cieco, controllato con placebo, l’efficacia di una specifica combinazione di ceppi probiotici somministrati attraverso un’integrazione dell’alimentazione.
Lo studio internazionale, che in Italia ha visto capofila il Policlinico Tor Vergata in collaborazione con la Fondazione Santa Lucia Irccs di Roma, ha dimostrato l’efficacia di uno specifico ceppo del batterio Lactobacillus reuteri, probiotico normalmente presente nel microbiota intestinale, per ridurre i sintomi psicosociali delle sindromi dello spettro autistico.
Attività di ricerca
Nei giorni scorsi lo studio – dal titolo Precision microbial intervention improves social behavior but not autism severity: A pilot double-blind randomized placebo-controlled trial – è stato pubblicato sulla rivista Cell Host & Microbe.
Questi studi hanno evidenziato un’aumentata incidenza di disturbi gastrointestinali e di profili di microbiota differenti nei bambini con autismo rispetto a bambini neurotipici.
Il trial clinico ha coinvolto 43 bambini tra i quattro e gli otto anni e l’intero progetto, durato più di 3 anni, ha visto la collaborazione di istituti di ricerca europei e statunitensi.
I risultati ottenuti hanno dimostrato che l’assunzione di una particolare combinazione di Lactobacillus reuteri (un prodotto contenente i ceppi ATCC-PTA-6475 e DSM-17938) migliora il funzionamento prosociale nei bambini con autismo che hanno partecipato allo studio.
Il prof. Luigi Mazzone, neuropsichiatra infantile del Policlinico Tor Vergata di Roma, spiega che «Il trial che abbiamo realizzato ha confermato che l’assunzione di terapie integrative con probiotici è un campo di ricerca molto promettente».
«I pazienti che abbiamo coinvolto, pur non avendo un miglioramento dei sintomi generali hanno ottenuto degli evidenti benefici nel funzionamento sociale in particolare sulle abilità sociali adattive», aggiunge il docente, che ricopre anche il ruolo di presidente del Cus Catania».
Il prof. Luigi Mazzone
«Alla luce di quanto emerso dal nostro studio e in linea con quanto presente in letteratura, riteniamo utili studi più ampi, che permettano di approfondire gli effetti specifici di singoli ceppi sulla sintomatologia autistica», ha detto in chiusura il prof. Luigi Mazzone.
Per questo studio sono stati analizzati, con tecniche avanzate di ultima generazione il microbiota intestinale e il sistema immunitario, due componenti essenziali dell’asse intestino-cervello, ed è stato riscontrato che la supplementazione probiotica non altera il microbioma intestinale e il profilo immunitario dei bambini.
«Uno dei punti di forza del nostro studio - conclude la dott.ssa Elisabetta Volpe - è la sua multidisciplinarietà che ci ha permesso di analizzare più mediatori della comunicazione intestino-cervello, come comportamento, microbiota e sistema immunitario, e ritengo che ulteriori studi in questa direzione ci permetteranno di individuare i fattori biologici associati alle disfunzioni comportamentali, utili per una migliore comprensione dell’autismo».
Il lavoro dei ricercatori su modelli sperimentali, inoltre, ha dimostrato l’efficacia del singolo ceppo specifico di Lactobacillus reuteri. A collaborare allo studio una equipe di ricerca di neuropsichiatria infantile del prof. Luigi Mazzone del Policlinico Tor Vergata di Roma, il laboratorio di Neuroimmunologia Molecolare della Fondazione Santa Lucia Irccs di Roma (diretto dalla dott.ssa Elisabetta Volpe), il team del prof. Mauro Costa Mattioli del Baylor College of Medicine di Houston e del prof. Antonio Y. Hardan del dipartimento di psichiatria dell’Università di Stanford.
E, inoltre, altri istituti italiani, australiani e svedesi.
Il team di ricerca del prof. Luigi Mazzone