Dispositivi e biosensori per migliorare la fertilità umana

A realizzarli i ricercatori degli atenei di Catania e Salento grazie al progetto “Chip”, finanziato con fondi Prin

Alfio Russo

L'infertilità è l'incapacità di avere un concepimento dopo 12 mesi di rapporti sessuali non protetti, che colpisce l'8-12% delle coppie in età riproduttiva in tutto il mondo. 

In Italia si stima che questa percentuale raggiunga il 15-20%, con circa 5mila nuovi casi/anno. 

L'infertilità è dovuta nel 35% a un fattore maschile, nel 35% a un fattore femminile e nel 15% a un fattore di coppia. Il restante 15% è definito idiopatico. 

La conseguenza di tutto ciò è una crescente domanda di tecnologie di riproduzione assistita (ART), compresa la fecondazione in vitro (IVF). Per ragioni non ancora accertate, la percentuale di successo delle tecnologie di riproduzione assistita e di fecondazione in vitro non supera il 35-40%. 

Partendo dalla diagnosi di laboratorio, esistono diversi passaggi critici che attualmente manifestano la necessità di introdurre sia nuove analisi biochimiche-metaboliche-molecolari oggettive per la diagnosi di infertilità maschile e femminile, sia nuovi dispositivi Lab-on-Chip (LoC) miniaturizzati di utilità di laboratorio e clinica. 

Il miglioramento di questi punti di debolezza può essere di fondamentale importanza nel processo decisionale delle fasi fondamentali del percorso ART e IVF, portando potenzialmente a un elevato aumento del tasso di successo di queste procedure.

fertilità

Il progetto

L'obiettivo principale del progetto Counteract Human Infertility Pathophysiology - Chip, finanziato con fondi Prin 2022, è contrastare la fisiopatologia dell'infertilità umana.

Capofila del progettoè l’Università di Catania con principal investigator il prof. Giuseppe Lazzarino, mentre l’Università del Salento è partner strategico essenziale con responsabile di unità la prof.ssa Alessandra Ferramosca

A tal fine sono previsti quattro interventi a diversi livelli nella gestione dei pazienti maschi infertili (dalla diagnosi di laboratorio alla ART e IVF): l'introduzione di nuove analisi oggettive biochimiche-metaboliche-molecolari per valutare i profili metabolici del plasma seminale e del metabolismo mitocondriale del seme maschile, utili nella gestione di laboratorio e nel trattamento dei maschi infertili; lo sviluppo di un nuovo dispositivo basato su microfluidica Lab-on-Chip per la selezione dei migliori spermatozoi candidati per IVF e ART.

E, inoltre, lo sviluppo di nuovi biosensori per la misura dei parametri più rilevanti caratterizzati nelle analisi e il miglioramento dei mezzi di fertilizzazione e l'introduzione di nuovi criteri oggettivi biochimici-metabolici-molecolari per la selezione delle migliori blastocisti da trasferire.

Le attività interconnesse dei gruppi di ricerca dei due atenei coinvolti nel progetto CHIP, composti da ricercatori altamente qualificati con esperienze consolidate nel settore e necessarie per raggiungere l'obiettivo finale del progetto, è parte integrante e essenziale di questa proposta di ricerca.

Giuseppe Lazzarino e Alessandra Ferramosca