Dalla carta al Web: l'Archivio di Epigrafia Latina "Silvio Panciera" di fronte alla sfida del digitale

Nel dodicesimo e ultimo incontro del terzo ciclo de “I lunedì del classico” sono intervenuti i docenti Silvia Orlandi e Orazio Licandro

Carlotta Fortuna
Un momento dell'incontro
Uno dei documenti esposti nel corso dell'incontro
Un momento dell'incontro

“Il futuro ha radici antiche”. Ha esordito così Orazio Licandro, ordinario di Diritto romano e diritti dell’antichità dell’Università di Catania, in apertura dell’incontro dal titolo Dalla carta al Web: l'Archivio di Epigrafia Latina "Silvio Panciera"di fronte alla sfida del digitale, dodicesimo e ultimo del terzo ciclo de “I lunedì del classico”

Il docente, nel suo intervento, ha evidenziato l’indissolubile legame tra il nostro futuro, che prospetta importanti innovazioni nel campo della scienza e della tecnologia, e il nostro passato, in cui queste affondano le radici a partire dalla tékhne greca.

“Fondamentale è lo studio della storia, che viene forgiata dagli uomini attraverso la memoria: per questo sono importanti le fonti – ha spiegato -. La conservazione delle fonti ci permette di avere accesso ad uno scibile che altrimenti sarebbe perduto, grazie al lavoro dello studioso che fa uso di un ampio ventaglio di strumenti tecnici, sia su base cartacea che digitale”.

“In particolare, il digitale, attualmente, offre grandi potenzialità per la ricerca e per il mondo del lavoro, andando a delineare un orizzonte interessante di nuove professioni – ha aggiunto il prof. Orazio Licandro -. Bisogna che i nostri giovani, soprattutto nel Sud depresso, tengano sott’occhio le opportunità che il progresso tecnologico può offrire; sono numerosi i progetti a cui si sta lavorando”. 

Un momento dell'intervento del prof. Orazio Licandro

Un momento dell'intervento del prof. Orazio Licandro

In questo contesto è di notevole interesse il processo di digitalizzazione, ancora in corso, dello Archivio di Epigrafia Latina Silvio Panciera, dedicato al famoso studioso e Professore universitario.

A seguire, nell’aula "La Rosa" di Palazzo Ingrassia, è intervenuta Silvia Orlandi, docente di Epigrafia Latina a “La Sapienza” Università di Roma, responsabile della digitalizzazione nella banca dati EDR e presidentessa dell’Association Internationale d’Epigraphie Grecque et Latine (AIEGL).

Proprio la docente è stata l’ospite del dodicesimo incontro a chiusura del terzo ciclo de I lunedì del classico promosso dai docenti Monica Centanni, Paolo B. Cipolla, Giovanna R. Giardina, Orazio Licandro e Daniele Malfitana.

“Da molto tempo, nella mia attività di ricerca e di insegnamento sperimento la progressiva integrazione dell’intelligenza artificiale nel lavoro di catalogazione epigrafico, che consente di rivalutare l’importanza della ricerca umanistica, destinata in questa maniera a durare nel tempo”, ha spiegato la docente.

“Il progetto di lunga durata per antonomasia e dal quale partono le indagini nell’ambito umanistico digitale è il Corpus inscriptionum latinarum, ovvero una raccolta di iscrizioni latine provenienti da tutto il mondo romano, concepito alla metà dell’800 dallo studioso Theodor Mommsen e che tutt’oggi costituisce un importante oggetto di studio da parte di specialisti incaricati dall’Accademia delle Scienze di Berlino, ente che da sempre sponsorizza questa iniziativa”, ha aggiunto.

Un momento dell'intervento della prof.ssa Silvia Orlandi

Un momento dell'intervento della prof.ssa Silvia Orlandi

“Tra gli specialisti è stato chiamato a collaborare anche Silvio Panciera che ha fornito il suo contributo per aggiornare il VI volume. Proprio a questa figura illustre è stata dedicata la sua nuova intitolazione Archivio di Epigrafia Latina Silvio Panciera – ha precisato la docente -. Da quel momento in poi, colleghi, studiosi e studenti, infatti, si misero in contatto con lui per mostrargli il frutto delle loro ricerche epigrafiche, nella speranza di ottenerne la pubblicazione”.

“L’Archivio nasce in forma puramente cartacea ed è ancora oggi consultabile solo fisicamente, recandosi a Roma; inoltre, è molto vasto e contiene decine di migliaia di schede, nelle quali, dal 1959 al 2005, attraverso una serie di piccoli fogli a quadretti in formato A5, è stata raccolta la sua bibliografia aggiornata”, ha aggiunto la docente de La Sapienza di Roma. 

“In realtà, da tempo, l’archivio si arricchisce anche di altri materiali utili, come foto analogiche e stampe in bianco e nero di tutti i possibili luoghi di conservazione - musei, chiese, chiostri, pavimenti, palazzi privati e catacombe -, appunti, fotocopie di pubblicazioni e calchi a grafite. Ma trovano il loro posto anche le lettere a Panciera, che attestano il rinvenimento di iscrizioni, e disegni d’autore, famose le riproduzioni a mano dei rilievi sui cocci delle anfore rinvenute al Monte Testaccio, di Emilio Rodríguez Almeida”, ha tenuto a precisare Silvia Orlandi.

“Per venire incontro alle esigenze della modernità, inoltre, ci si sta impegnando per completare il progetto che prevede la creazione di una sua versione digitale, supportata da Epigraphic Database Roma, la banca dati epigrafica che raccoglie testi e immagini digitali di tutte le iscrizioni latine e greche d’Italia anteriori al VII secolo e che rientra nel progetto internazionale Electronic Archive of Greek and Latin Epigraphy. L’obiettivo è che l’archivio diventi più accessibile e sostenibile, ma soprattutto più sicuro, a causa della deperibilità della carta”, ha detto la docente.

In chiusura la studiosa Silvia Orlandi ha spiegato che “fino a poco tempo fa, il lavoro di digitalizzazione alla base di questo progetto, che ha più di vent’anni, non ha disposto di un personale stabile e di una fonte di finanziamento costante, seppure non siano mancati i contributi di lavoratori volontari come dottorandi e docenti universitari e con contratti, borse di studio e riconoscimenti di istituzioni prestigiose come il centro di Studi sulla Shoah “Liliana Segre” e l’Istituto italiano per la Storia antica”. 

Un momento dell'intervento della prof.ssa Silvia Orlandi

Un momento dell'intervento della prof.ssa Silvia Orlandi

“Tuttavia, oggi ha la fortuna di poter contare sull’appoggio del Dipartimento di Scienze dell’Antichità de La Sapienza in cui la banca dati EDR è ospitata, e di un altro progetto, Urban structures and interaction in Imperial Rome, che si occupa di ricostruire il paesaggio urbano e suburbano di Roma attraverso la georeferenziazione di tutte le sue iscrizioni nascoste, attraverso una mappatura”, ha aggiunto.

“Grazie ai nuovi finanziamenti ricevuti – ha proseguito la prof.ssa Silvia Orlandi - è stato possibile assumere finalmente le prime unità di personale impiegato a tempo determinato, che lavora da un lato alla costruzione della mappa digitale, in cui inserire i luoghi di ritrovamento delle iscrizioni, e dall’altro sulla digitalizzazione dei contenuti: infatti, il numero di iscrizioni registrate sta crescendo giorno dopo giorno”.

“Ciò che ha incoraggiato queste collaborazioni è il lavoro particolare di EDR, per la garanzia che offre sull’affidabilità del dato, poiché non viene digitalizzato in modo irriflesso e acritico, ma attentamente e con cura, attraverso la consultazione di un’ampia documentazione e l’avviamento di operazioni di verifica”, ha aggiunto.

“Un fattore non irrilevante che conferma la qualità di questa banca dati è, inoltre, l’apertura ad un vasto numero di utenti, i quali, insieme ai diretti collaboratori, hanno la possibilità di ampliarne i contenuti contribuendo al suo perfezionamento, attraverso la proposta di correzioni o di nuove informazioni. Tutto questo è ciò che serve per definirlo un archivio collettivo”, ha detto in chiusura la prof.ssa Silvia Orlandi.

L’archivio cartaceo, frutto di raccolta e di conservazione portato avanti per decenni dall’illustre Silvio Panciera, è oggi in corso di digitalizzazione a “La Sapienza” Università di Roma, che, a breve, ne garantirà il libero accesso nella versione digitalizzata disponibile via web. Un lavoro che fa capire la significatività della valorizzazione consapevole dell’informazione nel mondo digitale.