“Dal mito al musical”, una rilettura del mito delle Amazzoni

Al Dipartimento di Scienze Umanistiche si è tenuta la presentazione de La Città delle Amazzoni, l’ultimo lavoro firmato da Poetica Produzioni

Chiara Stimoli e Benedetta Saccuzzo

Dopo i successi ottenuti con I promessi sposi – amore e provvidenza, le numerose matinées per le scuole e gli spettacoli in lingua inglese, la giovane ma affermata società di produzione teatrale Poetica Produzioni torna in scena con una rappresentazione inedita tutta siciliana. 

La Città delle Amazzoni è il nuovo musical — scritto da Andrea Tomaselli, con musiche di Franco Lazzaro e Airam, coreografie di Erika Spagnolo e regia di Alessandro Incognito — in programma al Teatro Ambasciatori di Catania dall’8 all’11 maggio, che è stato presentato nei giorni scorsi al Monastero dei Benedettini, sede del Dipartimento di Scienze umanistiche.

L’incontro, trasmesso anche in diretta streaming, ha visto gli interventi degli autori, delle protagoniste e di alcuni docenti dell’ateneo catanese, sempre impegnato in una relazione di supporto e dialogo costante con le realtà esterne all’università operanti nel campo della cultura. Al centro dell’opera, una storia d'amore e di guerra in cui le donne sono le protagoniste assolute.

«Si tratta di un progetto compositivo con una gestazione più che decennale, che nasce da una riscrittura del mito classico alla luce della sensibilità moderna e attraverso l’utilizzo di un mezzo di comunicazione – quello del musical – estremamente diretto». In collegamento, Andrea Tomaselli, autore della sceneggiatura e delle liriche e laureato in Lettere moderne proprio presso l’Università di Catania, spiega come ha concepito il testo.

Quello delle Amazzoni è un mito poco presente nell’immaginario collettivo, che manca di un’opera popolare importante e largamente diffusa a esso dedicata. Spiriti liberi e guerrieri, rappresentazione antitetica del modello tradizionale di donna: le Amazzoni si autodeterminano, vivono senza uomini e si appropriano di un territorio tradizionalmente maschile, quello della guerra.

Un momento dell’incontro

Un momento dell’incontro

Nell’attuale clima di crisi dei classici antichi, sempre più sotto attacco della cancel culture che rischia di eliminare indiscriminatamente una fetta importante di antichità, il professore Orazio Portuese (associato di Lingua e letteratura latina presso Unict) ricorda l’importanza di un approccio critico e contestualizzato alla cultura classica, sottolineando la necessità di continuare a porsi in dialogo con il mondo antico e con forme più o meno inedite di lettura dei classici.

«Le Amazzoni» — aggiunge il professore Paolo Biagio Cipolla, grecista — «sono un archetipo che fruttifica e si ripropone nelle culture successive, modello di una donna fuori dagli schemi del regime patriarcale, al contempo nemica degli uomini e irresistibile oggetto del loro desiderio».

Proprio in ragione della sua ostilità che scatena la tipica brama di conquista maschile. Un legame semantico profondo tra guerra e amore rintracciabile sin dalle fasi più arcaiche della mitologia greca, nelle prime menzioni e iconografie delle Amazzoni.

Franco Lazzaro, autore delle musiche dell’opera insieme ad Airam, ha raccontato il lungo percorso creativo che ha portato alla composizione della colonna sonora de La Città delle Amazzoni. «L’obiettivo è stato quello di donare all’opera un’anima sonora tale da riuscire ad arrivare dritto allo spettatore, di costruire un sound unico e riconoscibile anche al di là delle parole, capace di accompagnare il pubblico dentro il baricentro emotivo dello spettacolo». Ogni personaggio ha una propria connotazione musicale, pensata per esaltarne l’identità e le emozioni. Di grande rilievo anche il rapporto con il coro, elemento imprescindibile che amplifica l’impatto emotivo dell’opera, veicolandone i messaggi più profondi.

A seguire, l’intervento di Alessandro Incognito, regista e produttore dello spettacolo, nonché anima pulsante di un progetto in cui ha avuto il coraggio di investire corpo, cuore, mente e risorse personali. «Ho cercato di farmi rapire totalmente da ciò che gli autori di questo magnifico spettacolo proponevano», ha raccontato, «perché ciò che stavano costruendo era potentissimo, sia sul piano artistico, storico, ma soprattutto su quello emotivo. Quello che ho cercato di fare è stato valorizzare al massimo ciò che mi è stato fornito dalla musica e dai testi».

Un momento dell’incontro con Alessandro Incognito, Maria Cristina Litrico ed Erika Spagnolo

Un momento dell’incontro con Alessandro Incognito, Maria Cristina Litrico ed Erika Spagnolo

Per Incognito, il teatro esiste solo se parla al pubblico. Ed è per questo che ogni scelta è stata pensata per creare un impatto coinvolgente, autentico e diretto con lo spettatore. Particolarmente innovativa l’idea scenica dell’opera: partendo dall’ambientazione dell’antica Grecia, Incognito ha scelto di capovolgere i ruoli tra platea e palcoscenico, posizionando il pubblico sul palco e ricreando il teatro sul lato opposto. In una sorprendente inversione di prospettiva, correrà in aiuto l’utilizzo del videomapping, che permetterà di generare ambientazioni visive e dinamiche capaci di coniugare tradizione e modernità.

Ma è soprattutto ai giovani, percepiti come più lontani dalle arti performative, che il regista rivolge il suo appello più sentito. Questo spettacolo vuole parlare alla loro sensibilità, sorprenderli, riavvicinarli al teatro. Originalità, onestà e passione: sono questi i tre pilastri su cui si è costruito lo spettacolo.

L’ultimo intervento, carico di passione, è stato quello della coreografa Erika Spagnolo, che ha condiviso la sua “visione notturna”, quella voglia di portare sul palco qualcosa di nuovo, di mai visto, una vera e propria scommessa. Il desiderio di rendere ogni movimento corporeo un richiamo visivo immediato, capace di toccare il pubblico in modo profondo e diretto. A supporto delle sue parole, Lilla Costarelli, vocal coach e direttrice corale, ha sottolineato l’importanza della polifonia come elemento fondamentale nell’opera, in grado di aggiungere ulteriore intensità emotiva e coesione tra i vari linguaggi artistici.

A conclusione dell’incontro, ha espresso il suo entusiasmo per il nuovo progetto Maria Cristina Litrico, responsabile dell’area social di Poetica Produzioni e protagonista del musical, rinnovando l’invito a teatro e ricordando di seguire i profili social @poeticaproduzioni e @lacittadelleamazzoni per rimanere aggiornati sugli spettacoli.

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