Dal Mito al Cuore

I Cavalieri dello Zodiaco tra la rivoluzione personale e la moderna crisi etico-morale 

Giuseppe Grasso

«Tanto dura è l’esistenza, c’è fin troppa avidità. L’amicizia non ha più dignità!». Con queste parole il compositore e cantautore italiano Massimo Dorati illustra lo scenario, ovviamente fantastico, in cui si svolge uno dei cartoni animati simbolo degli anni ‘80 e ‘90 del secolo scorso.

Il cartone animato, tratto da un fumetto ideato dal fumettista giapponese Masami Kurumada, è I Cavalieri dello Zodiaco. Un prodotto culturale, perché i fumetti ed i cartoni animati sono cultura a tutti gli effetti, che ha finito con il segnare intere generazioni ed in alcuni casi anche rivoluzionare le vite dei fruitori.

Per capire come un cartone animato, divenuto nel tempo fenomeno culturale, abbia affascinato intere generazioni, è opportuno e sensato illustrare, seppur in poche battute, la trama. Solamente conoscendo la trama dell’opera di Kurumada è possibile comprendere i riferimenti socio-culturali presenti all’interno e l’impatto personale e culturale esercitato da essa.

La storia è ambientata in un mondo dove mitologia greca e combattimenti epici si intrecciano. I Cavalieri indossano armature ispirate alle costellazioni e sono dotati di una forza interiore, ovvero il Cosmo, associato alle costellazioni sotto cui nascono i vari guerrieri.

Il protagonista principale è Seiya, nella serie animata chiamato Pegasus, un giovane guerriero che diventa il cavaliere di Pegasus e si unisce ad un gruppo di cavalieri, ognuno con una propria armatura e poteri unici.

I cavalieri principali e coprotagonisti sono Shiryu (chiamato Sirio nella serie animata, Cavaliere del Dragone), Hyoga, (Crystal nella serie animata, Cavaliere del Cigno), Shun (Andromeda nella serie animata, Cavaliere di Andromeda) e Ikki (Phoenix nella serie animata, Cavaliere della Fenice).

La trama ruota attorno alla lotta contro potenti nemici, tra cui altri cavalieri e divinità come Poseidone, dio dei mari, ed Ade, dio dei morti. I protagonisti devono affrontare prove difficili e battaglie intense per difendere la dea Atena, dea della saggezza e della strategia militare, ed il mondo intero.

Per tutti coloro che sono appassionati di mitologia (come me), i Cavalieri dello Zodiaco hanno catturato sin da subito l’attenzione dei giovani di allora. Correva il lontano 2008 e la serie animata, creata nel 1986 e molto in voga negli anni 80 e 90, era stata ritrasmessa in televisione in attesa del capitolo conclusivo.

Molti di noi, quasi decenni, completamente ignari di chi fossero quegli strani tizi in armatura, li vedevamo soltanto come l’ennesimo cartone animato trovato per caso in televisione, ma eravamo sempre più incuriositi di quei Cavalieri dello Zodiaco, invincibili guerrieri difensori della dea Atena.

I Cavalieri dello Zodiaco

I Cavalieri dello Zodiaco

Un cartone che, oltre ad approdare in televisione, presentava una serie di gadget da comprare in edicola e nei negozi di giocattoli. Oggetto che ancora oggi “viviamo” ricordando l’emozione indescrivibile che provavamo allora, ed ancora oggi proviamo, guardando le puntate della serie animata e leggendo qualche numero del fumetto o un qualsiasi altro libro riguardante quegli invincibili guerrieri in armatura.

Non so se a colpire i fan era più l’aspetto mitologico, al cuore dell’intera opera, o le citazioni letterarie presenti all’interno della serie animata, ma sapevamo che quel fumetto e quel cartone aveva un qualcosa che gli altri cartoni presenti sul mercato, seppur altrettanto famosi, non avevano.

Quel linguaggio così aulico e ricercato e quei continui riferimenti alla cultura classica, in quel mondo fittizio, ma al tempo stesso così attuale, in cui erano ancora vivi e ben integrati i valori e gli aspetti alle radici della cultura occidentale, ebbero, nel mio caso, un fortissimo impatto che, alcuni anni dopo, mi fecero scegliere di frequentare il liceo classico e studiare le gesta di quelle divinità e di quegli eroi da me amati, tanto allora come oggi.   

Una scelta che si è rivelata decisiva nella mia formazione culturale e umana. Difatti, senza questa alquanto precoce e singolare introduzione al mondo classico e senza gli studi classici da me intrapresi, oggi sarei sicuramente un uomo più povero, sia dal punto di vista prettamente culturale, sia da quello etico-morale.

La ragione culturale è che, senza quei pezzi di cultura classica, forniti dall’opera di Kurumada e dal percorso di studi liceali, non avrei sviluppato un pensiero critico e flessibile tale da farmi intraprendere il percorso universitario da me scelto, ovvero quello linguistico-letterario. Probabilmente avrei finito con lo svilupparne uno più rigido e schematico, predominante in una società sempre più dominata dai saperi e dalle competenze scientifico-matematiche come lo è quella odierna.

La ragione etico-morale è che senza i Cavalieri dello Zodiaco, probabilmente, avrei finito con l’omologarmi alla massa e trascurare, o dare per scontati, certi valori ed insegnamenti morali che rendono l’essere umano davvero tale.

Proprio sui valori contenuti all’interno dell’opera e sull’aspetto etico-morale, ritengo sia necessario soffermarsi e riflettere. Difatti, vi sono dei temi assai ricorrenti sui quali sia il fumetto sia la serie animata insiste e si concentra, talvolta in maniera a dir poco ossessiva.

I Cavalieri dello Zodiaco

I Cavalieri dello Zodiaco

Per primo spicca il tema dell’amicizia, fondamentale lungo tutta la serie.

Nonostante i cinque protagonisti siano giovani ragazzi che vanno dai 13 ai 15 anni, nei Cavalieri dello Zodiaco l’amicizia non viene vissuta da un punto di vista semplicemente utilitaristico-materialistico, ma piuttosto come un valore che guida gli esseri umani ed i cavalieri stessi nella lotta contro le forze oscure.

In un mondo sempre più materialista, come lo è il nostro, il fatto che degli esseri umani d’età così giovane, seppur di fantasia, intendessero l’amicizia in modo così intenso e passionale, essendo addirittura disposti a sacrificare la propria vita per essa, mi colpì non poco.

Ciò si collega direttamente al secondo tema, ovvero lo spirito di sacrificio.

Come i cavalieri dello zodiaco si sacrificano spontaneamente per la pace e la giustizia, così io, essendo una persona con una sensibilità estremamente sviluppata a causa delle esperienze di vita vissute, ho sempre sentito l’istinto d’immolarmi per la felicità altrui, spesso a costo della mia, ed al non voler far sentire l’altro infelice o inadeguato a causa mia.

Il terzo tema, collegato ai primi due, è quello degli ideali, dove per ideale si intende un qualsiasi valore, individuale o condiviso, che guida gli individui nel corso della vita e li spinge a crederci al punto tale da sacrificare la vita per esso.

L’opera di Kurumada insiste molto sul tema degli ideali, forse anche più di quanto faccia su quello dell’amicizia, e ne fa un elemento chiave.

Difatti, nonostante i cavalieri dello zodiaco facciano uso di colpi segreti e del loro cosmo per vincere i vari scontri, ciò che veramente determina l’esito delle battaglie è l’insieme e la tipologia degli ideali in cui ciascun cavaliere crede e quanto essi siano sentiti dal cavaliere stesso.

«Che senso ha vincere se si perde la vita? Quale ideale può spingere a tanto?! Quale ideale?!». Queste sono le parole messe in bocca al cavaliere del Capricorno, fermamente convinto che sia la forza l’unico indicatore di giustizia.

Di contro, vi è la risposta del suo avversario, Shiryu del Dragone, che con le parole: «Sono un Cavaliere di Atena, dea della giustizia», che fa capire al cavaliere che non importa tanto la forza fisica per conseguire la vittoria, quanto la fede cieca ed incrollabile riposta in un ideale, in questo caso la giustizia, e la forza messa nel lottare per esso.

Solo credendo fermamente in un qualche ideale e lottando per esso, difatti, anche il cavaliere apparentemente più debole è in grado di sconfiggere un avversario a lui superiore.

I Cavalieri dello Zodiaco

I Cavalieri dello Zodiaco

La seconda citazione è il monologo pronunciato dal cavaliere Seiya di Pegasus durante lo scontro finale contro il cavaliere dei gemelli, racchiude tutti e tre i punti da me analizzati: «Il cuore batte ancora in me! Non l'hai spento insieme agli altri cinque sensi, Gemini. È quella la fonte di ogni forza per un Cavaliere di Atena, il cuore che rende nobili perché sa distinguere il bene dal male! Le forze oscure non potranno mai raggiungerlo, a loro è impedito arrivare al cuore!».

In un mondo nel quale i sentimenti ed i valori umani sono ormai considerati per deboli, specialmente se trasmessi da materiale di norma etichettato come ‘’per bambini’’, come nel caso di fumetti e cartoni animati, tale affermazione dovrebbe invece risuonare ancora più forte.

La domanda che in tanti ci siamo posti in seguito alla lettura del fumetto ed alla visione della serie animata è, pertanto, se in un mondo di nativi digitali, che però ha le sue radici ben radicate nella cultura umanistica, cosa significhi veramente essere umani.

Insomma, cosa e quanto hanno ancora da dire la cultura classica ed un fenomeno culturale come I Cavalieri dello Zodiaco?

La risposta a tutte queste domande potrebbe essere racchiusa semplicemente nel classico discorso sull’attualità dell’antichità, ma credo che la vera risposta si possa avere solo quando si smetterà di sminuire o abusare della cultura classica, da molti usata solamente per apparire colti, e si comincerà a considerare veramente come parte integrante della nostra identità culturale.

La mitologia classica e la pop culture, di cui fanno parte fumetti e cartoni animati, hanno fatto e continuano a far emozionare generazioni e generazioni, indipendentemente da sesso ed età.

A distanza di 38 anni dal debutto televisivo dei Cavalieri dello Zodiaco in Giappone si può tranquillamente affermare che quei combattenti e mitici eroi, tutti valorosi, duri e sprezzanti, siano stati emblemi e custodi di un passato sempre presente per i bambini di quella generazione.

Non sono necessari colpi segreti per essere Cavalieri, né occorrono nemici mitologici. I nemici più temibili sono quelli che non si vedono, come pregiudizio, emarginazione e chiusura mentale.

Dovunque vi sarà una persona sola o bisognosa di aiuto e finché le barriere ed i pregiudizi socio-culturali non saranno abbattuti, con la sensibilità ed i valori che ci sono stati trasmessi, occorre un po’ essere come quegli invincibili guerrieri e valenti condottieri votati alla dea Atena.