The Crown e il disvelamento dei ‘corpi’ della regina Elisabetta II

"Tre regine per una corona" di Simona Busni, un viaggio alla scoperta della queenliness e dell’universo rappresentativo delle regine

Marielena Greco

Studenti e appassionati di serialità televisiva si sono radunati per la presentazione del libro Tre regine per una corona. The Crown e la nuova era del royal biopic della studiosa e docente Simona Busni del Dipartimento di Scienze umanistiche dell'Università di Catania. La pubblicazione, che chiude i lavori del suo progetto Starting Grant MA’AM – Majesty And Media – Maestà Attraverso i Media, è stata presentata, nei giorni scorsi, nello spazio eventi di Piazza Scammacca a Catania in collaborazione con la Legatoria Prampolini.

Un momento della presentazione presso Piazza Scammacca

Un momento della presentazione presso Piazza Scammacca

Con l’autrice hanno dialogato tre studiose d’eccellenza, «tre regine» come le ha definite la stessa Busni, Cristina Jandelli (ordinaria di Cinema all'Università di Firenze), Mariapaola Pierini (ordinaria di Cinema all'Università di Torino), e Stefania Rimini (ordinaria di Cinema all'Università di Catania), che hanno approfondito il tema della rappresentazione del corpo regale femminile nell’audiovisivo.

Da sinistra Simona Busni, Cristina Jandelli e Mariapaola Pierini

Da sinistra Simona Busni, Cristina Jandelli e Mariapaola Pierini

Il volume è dedicato alla serie The Crown (2016 – 2023) – scritta dallo showrunner Peter Morgan e prodotta per Netflix – che per sei stagioni ha appassionato il suo pubblico permettendogli di entrare dentro le dimore dei Windsor e di sentirsi parte, almeno con l’immaginazione, della royal family mediaticamente più famosa e dibattuta della contemporaneità.

Protagonista indiscussa è certamente la regina Elisabetta II e le tre ‘regine dello schermo’ che hanno vestito i suoi panni nel corso delle sei stagioni: le attrici Claire Foy (S1-2), Olivia Colman (S3-4) e Imelda Staunton (S5-6). Le tre ‘queen’ prestando le loro sembianze a tre differenti età della sovrana enfatizzano la centralità del corpo, o sarebbe meglio dire dei ‘corpi’, della regina sottolineando con la loro pratica attoriale la distanza della persona regale dal mondo materico e quotidiano. 

Elisabetta non è (solo) una donna, è una regina. A questa sovrapposizione di livelli – donna, istituzione – se ne aggiunge però un altro: la complicazione di essere rappresentata, mentre era ancora in vita, da più attrici, che portavano con sé il bagaglio divistico di altre celebri interpretazioni. Sorge spontaneo chiedersi a quanti corpi siamo arrivati e a quanti potremmo ancora arrivare se ci soffermassimo su questa moltiplicazione di piani.

Tre regine per una corona. The Crown e la nuova era del royal biopic

Tre regine per una corona. The Crown e la nuova era del royal biopic

È proprio la queenliness delle attrici e della regina, la sovrapposizione tra corpi – attoriale, donna, regina – che Simona Busni teorizza e indaga con precisione e perizia, attivando un gioco di riconoscimenti e collegamenti che potrebbe applicarsi innumerevoli volte, soprattutto nel genere del royal biopic.

Tra l’altro, come sottolinea l’autrice, Peter Morgan non è nuovo al genere e alla figura della regina che nel corso della sua carriera aveva già trattato in almeno un film – The Queen (Stephen Frears, 2006) – e un’opera teatrale – The Audience (2013).

La prof.ssa Stefania Rimini in un momento del dialogo

La prof.ssa Stefania Rimini in un momento del dialogo

Le vicende di Elisabetta II si intrecciano con l’evoluzione dei media – dalla radio alla televisione –, e soprattutto con l’avvicendamento e il ritratto dei vari primi ministri che la regina riceveva all’interno della Audience Room. Simona Busni ha anche recuperato però il rapporto personale e diretto che la sovrana inglese ha avuto con la macchina da presa.

Un libro ricco di spunti di riflessione e di analisi che, a partire dall’esempio di The Crown, potrebbe rappresentare un cammino più ampio sullo studio e la ricerca del linguaggio identitario nei media intorno alle figure regali femminili dal Novecento ai social media. Le curiosità e le visioni emerse durante la serata spingono intanto l’uditore a gettarsi a capofitto in un rewatch della serie, ma solo dopo aver letto dalla prima all’ultima pagina lo studio di Tre regine per una corona.