Dal Festival invernale Intersezioni, al Festival estivo Chiostri e Cortili, fino all’evento cult sulla terrazza del Museo Diocesano con cui conclude la stagione ricca di musica, eventi e cultura
È stato un anno denso per la Camerata Polifonica Siciliana diretta dal maestro Giovanni Ferrauto. Dal Festival invernale Intersezioni, al Festival estivo Chiostri e Cortili, fino all’evento cult sulla terrazza del Museo Diocesano con cui conclude la stagione ricca di musica, eventi e cultura.
Un percorso in salita, verso obiettivi importanti, per la Camerata Polifonica Siciliana.
«Questo è stato un anno particolarmente intenso perché tutti i progetti che sono stati avviati, a partire dal 2022, giungono a completamento – spiega il maestro Giovanni Ferrauto, fondatore della Camerata Polifonica Siciliana -. Il Festival Intersezioni, con cui abbiamo iniziato la nostra stagione è entrato a far parte dei progetti finanziati dal Ministero nel 2022. Quest’anno si conclude il triennio che possiamo considerare proficuo e il festival risulta ben avviato e speriamo possa continuare in futuro».
«È il primo appuntamento della stagione concertistica che si svolge tra febbraio e maggio e ha riscosso un successo inaspettato. Grazie alla collaborazione con l’Università degli studi di Catania, il festival ha aperto le porte al pubblico giovane attraverso un biglietto simbolico e questo ha visto un’ampia partecipazione degli under 30, abbassando di gran lunga la media, facendo scoprire che la musica contemporanea non appartiene alle élites ma piace anche ai più giovani», ha aggiunto.
Il maestro Giovanni Ferrauto
«C’è ancora un certo preconcetto sulla musica contemporanea connesso a quella musica legata alle avanguardie storiche degli anni ’50-’70 del Novecento – ha spiegato Ferrauto -. Queste hanno creato fasce esclusive di ascolto, in cui il pubblico doveva essere altamente selezionato considerato che la scrittura musicale doveva seguire determinati canoni che rompevano con gli standard della tradizione. La gente ha identificato la musica contemporanea con quella tipologia di musica, tenendo le distanze».
«Oggi, possiamo dire, che la musica contemporanea “è tutto” – continua il maestro -. Abbiamo visto il maestro Giovanni Sollima, in cui si ascolta il mix tra musica mediterranea, etnica e, in alcuni casi, anche con il rock; c’è il minimalismo, c’è la sinfonica e tanto altro. Il Festival, di fatto, è Intersezioni e Contaminazioni, la formula funziona e ci auguriamo ancora per molto».
«Anche il Festival Chiostri e Cortili è iniziato tre anni fa. Avevamo iniziato in questa cornice del Museo Diocesano ma, purtroppo, il centro storico stride con la musica a causa dei rumori, ristoranti e, non ultimo, gli artisti di strada che, senza autorizzazioni, accendono amplificatori e iniziano a suonare nelle piazze creando disagio per i concerti all’aperto autorizzati», ha precisato Ferrauto.
«Cosi, ci siamo spostati al chiostro del Convento dei Francescani di S. Maria di Gesù, attualmente il luogo all’aperto con un’acustica eccezionale. Qui abbiamo proposto un repertorio classico, Bach, Mozart, Beethoven, la musica barocca, quella musica che da sempre conquista il cuore del pubblico. E, anche qui, abbiamo riscontrato un sold out dopo l’altro», ha aggiunto.
Vulcanica Brass Ensemble durante il concerto al Museo Diocesano
«La stagione della Camerata Polifonica Siciliana chiude con questo evento cult, presente da più di otto anni, in questa data speciale e in questo luogo magico – racconta il fondatore della Camerata Polifonica Siciliana - L’evento fu interrotto, insieme agli eventi connessi alla festa di Sant’Agata, a causa del Covid. Oggi riprendiamo anche questa iniziativa molto cara ai catanesi, con una tradizione che si rinnova e si migliora, e lo facciamo con la Vulcanica Brass Ensemble».
L’evento cult sulla terrazza del Museo Diocesano con un ensemble di ottoni, una particolarità per la “musica” del maestro Giovanni Ferrauto.
«Sono una persona pragmatica – spiega il maestro -. Conosco bene il luogo, i tempi e il pubblico. Con i fuochi e il vocio di sottofondo, la musica barocca non andava bene, l’avevamo già provata. Ho scelto gli ottoni per la loro carica, i volumi e soprattutto per un repertorio più leggero, con un tono di allegria, un programma divertente che, nonostante il caldo, potesse coinvolgere il pubblico».
Un gruppo di musica da camera formato da tredici elementi, tra ottoni e percussioni: Filippo Sapienza (tromba/trombino), Giuseppe Cima (tromba/trombino), Salvatore Oliveri (tromba/flicorno soprano), Ettore Pappalardo (tromba), Ezio Cannavò (tromba), Antonino Carbonaro (trombone), Antonino Parasiliti (trombone), Carmelo Sapienza (trombone basso), Tommaso Cuccuruto (corno), Francesco Di Costa (corno), Cirino Privitera (Eufonio), Angelo Messina (basso tuba) e Simone Puglisi (percussioni).
«Hanno proposto un programma che ha fatto viaggiare il pubblico attraverso la storia della musica, tra arie e sinfonie d’opera, le colonne sonore dei kolossal del cinema e dei musical più famosi, brani del pop europeo e le canzoni più belle della tradizione partenopea, attraverso il timbro particolare degli strumenti ad ottone e, in alcuni brani la voce del soprano Francesca Sapienza. È una formazione che non vediamo abitualmente e che abbiamo riservato agli spettatori di questo evento esclusivo», ha aggiunto il maestro.
Vulcanica Brass Ensemble durante il concerto al Museo Diocesano
Da quest’anno si voluto dare un volto nuovo alla festa di Sant’Agata, lo abbiamo visto con il concerto del 3 febbraio e anche in questi giorni, particolarmente questo 17 agosto – data molto cara ai devoti perché ricorda l’898° anniversario del ritorno delle reliquie di Sant’Agata in città – si è tinta di musica. Non c’è solo la volontà della Camerata Polifonica Siciliana di riprendere una tradizione ma anche di dare alla cittadinanza una finestra sulla cultura che è anche la Festa insieme a tradizione, devozione, folklore.
Sul tema il maestro Giovanni Ferrauto spiega che «Sant’Agata deve essere un volano per noi operatori culturali».
«E parlando proprio di Sant’Agata durante il tempo della festa di febbraio la Camerata Polifonica Siciliana ha eseguito un pezzo in prima assoluta, in collaborazione con il Conservatorio “Bellini” di Catania e il Teatro Massimo Bellini – racconta il maestro -. Si tratta di un pezzo scritto negli anni ’50, un Oratorio, “Agathe Passio” del maestro Santonocito, fondatore del Conservatorio Catanese; fu anche uno dei maestri di canto del Teatro Massimo Bellini di Catania. Il manoscritto è stato ritrovato alla Biblioteca “Recupero Ursino”, ne stiamo facendo una edizione critica e la eseguiremo a febbraio al Teatro Bellini».