Ad Ankara i rappresentanti dei 14 partner si sono confrontati anche su possibili sinergie e collaborazioni
Potenziamento dell’efficienza, della sostenibilità e della competitività della filiera agrumicola nel post-raccolta, prevenendo i marciumi dei frutti causati da agenti patogeni fungini, estendendo la shelf-life dei frutti di agrumi e riducendo gli scarti dell’industria di trasformazione degli agrumi mediante la valorizzazione dei sottoprodotti del processo industriale, in conformità con i principi dell’European Green Deal e il concetto di economia circolare.
È l’obiettivo generale di BiOrangePack - Smart and innovating packaging, post-harvest rot management and shipping of organic citrus fruit, uno dei progetti Prima - Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area che mirano all’innovazione delle filiere agro-alimentari nei paesi del Mediterraneo.
Nei giorni scorsi, all’Università di Ankara, si è tenuta una riunione – organizzata dalla prof.ssa Ayse Karakeçili - tra i partecipanti ai più rilevanti progetti Prima e tra questi anche BiOrangePack, finanziato dalla Commissione Europea e da 19 Stati Euro-Mediterranei e coordinato da Santa Olga Cacciola, ordinaria di Patologia vegetale all’Università di Catania.
I rappresentanti dei partner di BiOrangePack
Nella giornata di avvio dei lavori, erano presenti, nella qualità di partner del BiOrangePack, Santa Olga Cacciola e Mario Riolo in rappresentanza dell’Università di Catania; Alessia Tricomi, Marco Cavarra, Livio Caruso e Stefania Ruggeri del Centro Siciliano di Fisica Nucleare e Struttura della Materia; Nunzio Tuccitto (in collegamento) e Federico La Spada per il Consorzio Interuniversitario per lo sviluppo dei Sistemi a Grande Interfase; Irene Rios Grau per Aimplas (Plastics Technology Research Center, Spagna) ed Emma Marcos Amato per Agdia-Emea (Francia).
Aimplas e Agdia-Emea sono due società note a livello internazionale e operanti nei settori rispettivamente del packaging post-raccolta della frutta e nella diagnostica fitopatologica.
All’incontro hanno partecipato, inoltre, anche docenti della Università di Ankara e dell’Università di Milano che hanno presentato i loro rispettivi progetti, in ottemperanza alle linee guida di Prima che indicano come attività primarie la comunicazione e la disseminazione di conoscenze, risultati, dati e informazioni maturati nell’ambito dei diversi progetti.
Nel corso dei lavori i responsabili dei diversi gruppi di lavoro del Progetto BiOrangePack hanno presentato lo stato di avanzamento, i risultati e le prospettive di sviluppo e applicazione delle attività del progetto, che si avvia ormai alla conclusione.
Un momento dei lavori
Tra i risultati più significativi ottenuti del progetto BiOrangePack sono stati evidenziati la caratterizzazione di sostanze naturali e agenti di lotta biologica per il controllo dei marciumi post-raccolta degli agrumi e la produzione di bio-formulati innovativi per la prevenzione dei marciumi post-raccolta o per l’attivazione di rivestimenti protettivi edibili dei frutti, appositamente studiati per estenderne la shelf-life.
Ma anche la realizzazione del prototipo di un dispositivo elettronico in grado di rilevare la presenza di batteri e funghi patogeni e un nuovo metodo analitico per rilevare la presenza di micotossine nei frutti e l’impiego di polimeri naturali e di scarti dell’industria dei succhi di agrumi per realizzare packaging attivati.
Sono state esaminate possibili sinergie tra i diversi progetti e concordati rapporti di collaborazione tra i partecipanti.
Il consorzio è costituito da quattordici partner che includono l’Università di Catania (Italia), il Consorzio Interuniversitario per lo Sviluppo dei Sistemi a Grande Interfase (Csgi, Italia), il Centro Siciliano di Fisica Nucleare e di Struttura della Materia (Italia), la Decco Italia (Italia), l’Azienda O.P. Cosentino (Italia), l’Agdia Emea (Francia), il National Research Institute for Agriculture, Food and the Environment (Inrae, Francia), l’Università Tunis El Manar (Tunisia), il Centre Techniques des Agrumes (Cta, Tunisia), il National Institute for the Research in Agriculture (Inrat, Tunisia), National School of Agronomy (Ensa, Algeria), l’Università di Valencia (Spagna), il Technological Institute of Plastics (Aimplas, Spagna) e l’Università di Ankara (Turchia).