Al Cus Catania una giornata di confronto e riflessione sulla salute e sulla parità di genere tra incontri e lezioni open
La differenza tra salute e sanità è estremamente labile. Per sanità si intende la mancata presenza di malattie, per salute lo “stare bene”, che non è qualcosa di così semplice. Ad illustrare questa differenza è la prof.ssa Antonella Agodi, direttrice del Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e Tecnologie Avanzate in apertura dell’incontro dal titolo Benessere, prevenzione, sostenibilità - Dialogo aperto con la Generazione Z organizzato dall'Università di Catania e dal Cus Catania.
Un’iniziativa che ha registrato in apertura gli interventi del direttore generale dell’ateneo Corrado Spinella, della consigliera del Cus Laura Vagnoni, della delegata del rettore Alessia Tricomi (Terza Missione) e Adriana Di Stefano (Pari opportunità) e del docente Nicola Laneri in rappresentanza del Comitato Unico di Garanzia.
«I temi del benessere, della parità di genere, della prevenzione e della sostenibilità sono al centro delle azioni di questo ateneo proprio per favorire e agevolare, tra l’altro, la vita dei nostri studenti e delle nostre studentesse», ha spiegato il dg d'ateneo Corrado Spinella.
A seguire Laura Vagnoni, consigliera del Cus, ha messo l’accento sul valore dello sport nell’abbattimento di numerose barriere poste dall’uomo raccontando la storia di Kathrine Switzer, prima donna a correre la maratona di Boston nel 1967 quando ancora il regolamento della corsa vietava ancora alle donne di partecipare.
«Switzer partecipò alla corsa di nascosto iscrivendosi come “K.V. Switzer”, senza scrivere il suo nome per intero – ha spiegato Laura Vagnoni -. A pochi chilometri dall’arrivo uno degli organizzatori cercò di fermare la sua corsa strattonandola, ma grazie all’intervento del suo fidanzato riuscì a tagliare il traguardo. Divenne un simbolo e un’attivista a favore dell’inclusione femminile nello sport e, soprattutto, da quell’evento si riuscì a far includere la maratona femminile nei Giochi olimpici, anche se soltanto ai Giochi di Los Angeles nel 1984».
L'intervento del direttore generale d'ateneo Corrado Spinella
Benessere, Prevenzione e Sostenibilità
Dall’aneddoto sportivo al benessere il passo è stato breve nel corso dell’incontro grazie alla prof.ssa Adriana Di Stefano che, nel suo intervento, ha evidenziato due obiettivi di Agenda 2030: il 3 “Salute e benessere” e il 5 “Uguaglianza di genere”.
E proprio attorno alle tre parole chiave - Benessere, Prevenzione e Sostenibilità – si è snodata la giornata con i numerosi interventi.
La responsabile delle Politiche di sostenibilità dell’ateneo, Agata Basile, si è soffermata – nel suo intervento dal titolo Il ruolo dell’Università di Catania nello sviluppo delle politiche di sostenibilità - sui 17 obiettivi di Agenda 2030 «divisi in tre dimensioni, ovvero Ambiente, Sociale ed Economica, con ben 169 target diversi a cui si punta e con le cinque “P” al centro del programma: Persone, Pianeta, Prosperità, Pace, Partenariato».
E in chiave ambientale la dott.ssa Agata Basile si è soffermata «sulla transizione ecologica che rappresenta un processo di trasformazione di diverse situazioni per andare a diminuire l’impatto sull’ambiente».
«Un esempio di elevatissima importanza è il progetto per il Campus sostenibile che vede una modifica della Cittadella universitaria dell’ateneo andando ad agire in diversi punti – ha aggiunto – come ad esempio la riduzione dello spazio per le auto in favore di marciapiedi più larghi e dotati di panchine per permettere agli studenti non solo di effettuare le proprie pause all’aria aperta, ma anche tramite apposite pensiline costituite da pannelli fotovoltaici di caricare i propri dispositivi».
A seguire la prof.ssa Antonella Agodi, docente di Igiene generale e applicata, ha evidenziato l’importanza della prevenzione per garantire il benessere.
«Una maggiore disuguaglianza di genere è associata ad una minore aspettativa di vita con maggiore mortalità e morbosità in cui per morbosità si intende presenza di malattie – ha spiegato la prof.ssa Agodi nel suo intervento dal titolo “Prevenzione e stili di vita: un approccio di genere” -. Così ci viene illustrata la medicina di genere, un approccio medico che presta attenzione alle differenze di genere non solo legate alla loro caratterizzazione biologica e alla funzione riproduttiva, ma anche a fattori ambientali, sociali e culturali».
Un importante mezzo di prevenzione è la dieta mediterranea, la quale non è solo fondata su frutta, verdura e carne bianca, ma bensì sulla convivialità e l’attività fisica regolare, che insieme ad una grande quantità di acqua permette il benessere fisico.
Un momento dell'incontro
Riguardo al benessere psicologico è intervenuta Clelia Zarbà del Servizio prevenzione e protezione dai rischi dell’Università di Catania con una relazione su Stress: prevenzione per tutelare il benessere.
«Il 15% degli adulti in età lavorativa soffre di un disturbo mentale; le depressione e l’ansia costano all’economia globale più di 1 trilione di dollari l’anno», ha spiegato evidenziando gli aspetti su cui influisce «una cattiva salute mentale, come quello comportamentale, emotivo, sociale, relazionale e perfino la salute fisica stessa».
E su come fare prevenzione la dottoressa Zarbà ha sottolineato l’importanza della «gestione dei rischi connessi all’insorgenza di problemi alla salute mentale e all’implementazione di misure volte a ridurre l’esposizione ai rischi e al loro effetto dannoso, come lo stress». Quest’ultimo è stato definito per la prima volta negli anni ’50 come «sindrome generale di adattamento alle sollecitazioni/richieste dell’ambiente», ha aggiunto.
Quindi lo stress è una serie di stimoli da parte dell’esterno sul soggetto, non è di conseguenza solo negativo, ma talvolta può spronare a fare di meglio, bisogna solo capire quando è positivo o no.
A seguire Salvo Filetti, fondatore e direttore artistico del gruppo Compagnia della Bellezza, ha spaziato - nel suo intervento dal titolo Generazione ribelle: libera la tua forza interiore – tra i diversi obiettivi 3 e 5 di Agenda 2030.
«Nel mio lavoro ho sempre provato a valorizzare il ruolo della donna», ha detto evidenziando come la nostra generazione sia “ribelle”, inteso come una disubbidienza elegante, gentile.
«La donna ribelle è l’icona di chi è uscito dagli schemi», ha raccontato e rivolgendosi agli uomini ha ricordato che «il problema della violenza sulle donne è una problematica prettamente maschile e richiede necessariamente una forma di intervento su questi ultimi».
Un momento dell'intervento del dg d'ateneo Corrado Spinella
La violenza di genere
Nella seconda parte dell’incontro è stato affrontato il tema della violenza di genere. Anna Agosta dell’Associazione Thamaia Onlus ha evidenziato come sia necessario un cambiamento della cultura patriarcale che ingabbia uomini e donne in ruoli predefiniti.
La sua Onlus accoglie le donne che hanno subito violenza: «La prima causa di morte delle donne è proprio il femminicidio con una storia di violenza alle spalle, per questo la nostra associazione è importante, una forma di prevenzione», ha spiegati.
Alcuni dati forniti da Save the Children evidenziano che circa il 30% degli adolescenti vede la gelosia come segno di amore, il 26% dichiara che il partner ha aperto un profilo social per spiarla di nascosto. Importanti quindi sono le associazioni come Thamaia che permettono di avere un aiuto, spesso sottoforma di un punto di rifornimento rappresentato da una consulente.
L’avvocata Maria Concetta Tringali, Consigliera di Fiducia dell’ateneo, ha illustrato, invece, la sua figura e il suo ruolo nel «fornire assistenza e consulenza in materia di molestie sessuali o morali, mobbing o gravi forme di discriminazione, si può chiedere aiuto in maniera anonima senza sentirsi obbligati a denunciare». Possono rivolgersi a questa figura studenti e studentesse, dottorandi e dottorande, ricercatori e ricercatrici, docenti e personale tecnico amministrativo.
La funzionaria Maria Cristina Fatuzzo della Polizia di Stato ha raccontato alcune storie di violenza come lo straziante sacrificio di Carmela Petrucci coltellata al posto della sorella nel tentativo di difenderla dal fidanzato oppure la storia dei coniugi Francis, la cui moglie Miracle venne uccisa davanti ai figli dal marito o, infine, l’omicidio di Valentina Giunta effettuato dal proprio figlio nel quartiere San Cristoforo di Catania.
«Per evitare situazioni del genere bisogna porre massima importanza ai reati spia – ha spiegato – come minacce, atti persecutori, violenze sessuali, ma anche semplici liti in famiglia».
Studenti e docenti presenti all'incontro
Dialogo aperto con la generazione Z
Nell’ultima parte dell’incontro si è dato spazio al Dialogo aperto con la generazione Z, ovvero ai tre rappresentanti degli studenti. Tre interventi non previsti in scaletta, ma fondamentali per dare voce alla componente studentesca dell’ateneo.
Elisa Seminara – iscritta al corso di laurea in Scienze infermieristiche al Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e Tecnologie Avanzate – ha evidenziato «l’importanza di trattare temi del genere, soprattutto dato che la maggioranza delle studiose di infermieristica sono appunto donne».
Per Michele Rampulla, rappresentante degli studenti al Coordinamento della Scuola di Medicina, «la parola sostenibilità è strettamente connessa a come prendersi cura dell’ateneo, sia per gli studenti che frequentano gli spazi dei dipartimenti per conseguire i propri obiettivi di vita, sia per coloro che vedono gli studi come una forma di sopravvivenza, per allontanarsi da situazioni difficili, e pertanto incontri del genere permettono di riconoscere studenti e studentesse che vivono queste realtà e quindi essere in grado di aiutarli».
Gaetano Liotta, rappresentante della componente studentesca degli ingegneri, occorre «spronare gli studenti a vivere in maniera sostenibile, utilizzare la mobilità pubblica e concentrarsi nella raccolta differenziata, per il rappresentante, gli studenti sono coloro che devono portare avanti questi messaggi di sostenibilità».
Tutti hanno a cuore, quindi, la situazione del pianeta, ma sono proprio i ragazzi e le ragazze che pongono la maggiore attenzione, sono loro che popoleranno questa terra negli anni a venire e che se ne prenderanno cura, questi incontri permettono di dare delle linee guida, una sorta di binario su cui viaggiare per un futuro migliore.
I rappresentanti degli studenti Michele Rampulla, Elisa Seminara e Gaetano Liotta
Dalle aule alle lezioni open in palestra
La giornata è proseguita fuori dalle aule e precisamente nelle palestre del Cus Catania con tre diversi momenti grazie alle lezioni di Luigi Crisopulli su KRAV Maga Difesa personale: semplici e pratiche tecniche di autodifesa che possono salvarti la vita, di Lino Mirone su Functional Training: allenamento basato sul principio di funzionalità che ci rende più efficaci ed efficienti in qualsiasi movimento e di Giovanna Gravagno su Pilates Mat: forza, la flessibilità e controllo del corpo attraverso una serie di movimenti eseguiti su un tappetino per migliorare la postura, la coordinazione e la consapevolezza corporea.