Sulla Rupe normanna castellese illustrato il “living lab” della rete territoriale individuato nell’ambito dell’ecosistema Samothrace
Il Serious Game e la visita virtuale del Castello d’Aci, lo studio di dipinti e opere policrome, uno storytelling per scoprire il passato e comprendere il presente e anche un sistema di monitoraggio microclimatico degli ambienti.
È il Living Lab che i ricercatori dell’Università di Catania hanno realizzato sul Castello d’Aci nell’ambito della rete territoriale individuato nell’ambito dell’Ecosistema Samothrace e presentato – venerdì 15 e sabato 16 marzo – in occasione dell’evento Arte e(‘) Scienza. Il gemellaggio fra Arte e Scienza per la diffusione della conoscenza.
Un’iniziativa organizzata tra i locali del Castello Normanno di Aci Castello, dall’Associazione Italiana di Archeometria con la collaborazione dell’ateneo catanese incastonata, per festeggiare i dieci anni, per promuovere la divulgazione delle attività di ricerca svolte nell’ambito del Cultural Heritage dai ricercatori dell’Ateneo di Catania e per riflettere sul rapporto vitale tra i beni culturali e le tecniche scientifiche nell’ambito dello studio di siti e reperti archeologici, nella ricostruzione dell’ambiente storico, nella diagnostica delle opere d’arte, nella conservazione del nostro patrimonio artistico e culturale.
Un continuo alternarsi di visite guidate, presentazioni e laboratori dimostrativi aventi come filo conduttore aspetti legati allo sviluppo e utilizzo di diverse metodologie di indagine scientifica applicate per lo studio, la diagnostica e la fruizione del vasto patrimonio culturale proprio per promuovere l’immagine, il prestigio, la cultura e la storia del Comune di Acicastello e del Castello Normanno.
Arte è Scienza al Castello d'Aci
Una due giorni in cui giovani e meno giovani, studenti e ricercatori, turisti e la comunità castellese hanno potuto ammirare le attività di ricerca articolate lungo tre tematiche differenti, fortemente interconnesse e trasversali, che vanno dalla Diagnostica e materiali, alla Conservazione e manufatti e Fruizione e spazi.
Il tutto mediante un approccio multidisciplinare ed interdisciplinare che nasce dall’esigenza di far fronte a problematiche specifiche tipiche dei beni culturali.
Un contesto in cui si è registrata la partecipazione attiva dei partecipanti che hanno avuto la possibilità di toccare con mano approfondendo gli aspetti storico-architettonici del sito mediante sessioni di storytelling condivise e visite guidate e indagini scientifiche attraverso l’impiego di strumentazione "portatile” di diversi materiali contenuti all’interno del Castello quali dipinti, opere policrome, affreschi murari, reperti ceramici, materiali da costruzione e manufatti, volte alla loro tutela, conservazione e valorizzazione.
Un’esperienza che ha permesso anche di promuovere la consapevolezza dell'eredità culturale e l’importanza dell’apprendimento immersivo nell’affascinante campo dell’Archeometria.
Un gruppo di visitatori sulla Rupe Normanna
Il Living Lab
Sono state ben quattro le postazioni allestite per l’occasione dai ricercatori dell’Università di Catania.
Diagnostica e materiali di cui è referente il prof. Giuseppe Stella del Dipartimento di Fisica e Astronomia “Ettore Majorana” dedicata alla realizzazione di misure per lo studio di dipinti e opere policrome con l’obiettivo principale di individuare i pigmenti utilizzati nel passato.
Le tecnologie sostenibili per la conservazione preventiva, con particolare riferimento ai dispositivi e ai sistemi di misura per il monitoraggio microclimatico in ambienti indoor e outdoor sono il focus della postazione Conservazione e manufatti di cui è referente il prof. Carlo Trigona del Dipartimento di Ingegneria Elettrica, Elettronica e Informatica.
Il fondamentale ruolo dell’informatica per la fruizione del Patrimonio culturale è l’argomento intorno al quale ruotano le attività oggetto della postazione Fruizione e spazi di cui il prof. Filippo Stanco, del Dipartimento di Matematica e Informatica, è referente. Sono stati in particolare mostrati la visita virtuale al Castello e il Serious Game ambientato proprio nella Rupe normanna.
La prof.ssa Eleonora Pappalardo del Dipartimento di Scienze della Formazione, referente della seconda postazione Fruizione e spazi, ha evidenziato il ruolo fondamentale della fruizione del passato come strumento di comprensione del presente nonché quello delle modalità per realizzare uno storytelling efficace e incisivo.
Un momento della presentazione del Living lab
Gli interventi
«Per la decima edizione della rassegna finalizzata alla divulgazione della Archeometria abbiamo voluto fortemente allestire il Living lab sul Castello in cui possiamo sperimentare e illustrare le nostre attività di ricerca ancora in corso e in via di definizione nell’ambito dell’Ecosistema Samothrace finanziato con fondi Pnrr», ha detto Anna Gueli, docente del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Catania e componente del comitato scientifico dell’Associazione Italiana di Archeometria, in apertura della presentazione dell’iniziativa sabato 16 marzo nella sala consiliare del Comune di Aci Castello.
«Occasioni come queste, in cui scienza e cultura si mescolano grazie alle attività di ricerca e ai laboratori dell’ateneo catanese, consentono di far crescere il nostro territorio sotto diversi aspetti, in particolar modo dal punto di vista culturale attraendo sempre più i visitatori tra le bellezze di questo sito», ha aggiunto Orazio Sciacca, vicesindaco del Comune di Aci Castello, alla presenza del consigliere comunale Giusy Agosta.
A seguire Salvo Baglio, delegato alla Ricerca d’ateneo e presidente della Fondazione Samothrace, ha evidenziato come «la formula Arte e Scienza funzioni evidenziando la interdisciplinarietà delle ricerche e soprattutto mostrando agli studenti, ai visitatori e alla cittadinanza i progetti di ricerca, la passione dei ricercatori, e come è possibile rendere maggiormente fruibile il territorio e in particolar modo il Castello d’Aci a tutti».
E proprio guardando al territorio e alle sue potenzialità la prof.ssa Eleonora Pappalardo, docente del Dipartimento di Scienze della formazione, ha sottolineato «come proprio il Castello d’Aci rappresenti la sede ideale per la ricerca scientifica e in particolar modo lo studio dei beni culturali deve essere sempre più concepito come un sistema integrato tra i vari campi della ricerca».
Un momento dell'intervento della prof.ssa Anna Gueli nella sala consiliare del Comune. In foto da sinistra Filippo Stanco, Eleonora Pappalardo, Salvo Baglio, Orazio Sciacca, Carlo Trigona e Giuseppe Stella
«Le ricerche devono supportare e dare un’ulteriore spinta al rapporto tra le istituzioni al fine di migliorare e potenziare lo sviluppo socio-economico del territorio, sempre più indispensabile per le future generazioni», ha aggiunto la prof.ssa Eleonora Pappalardo.
«E mostrare ai visitatori le diverse realtà scientifiche, vederle applicate sul territorio, in questo caso tramite il Living lab sul Castello è di fondamentale importanza. La ricerca multidisciplinare ormai è indispensabile per dare veramente uno sviluppo al territorio e proprio il Pnrr favorisce queste azioni in modo molto evidente», ha aggiunto il prof. Filippo Stanco del Dipartimento di Matematica e Informatica, referente, insieme con la prof.ssa Eleonora Pappalardo, del Living lab del Castello d’Aci.
A seguire è intervenuto Antonio Maugeri, consigliere delegati alla Cultura del Comune di Aci Castello, che ha rimarcato «l’importanza di coniugare l’aspetto culturale con la ricerca al fine di dare un contributo importante al miglioramento e alla valorizzazione del Castello d’Aci che ogni anno richiama 100mila presenze tra studenti e turisti».
A chiudere gli interventi il prof. Salvatore Cannizzaro, presidente dell’Ecomuseo “Riviera dei Ciclopi”, che ha ribadito «la nuova concezione di “ecomuseo”, ovvero di museo a cielo aperto costituito da tutte le bellezze naturalistiche, culturali e architettoniche del territorio castellese».
«E la ricerca è fondamentale per la crescita del territorio e di questa realtà importante come Aci Castello, non a caso l’Ecomuseo Riviera dei Ciclopi è stato il primo ad essere istituito dalla Regione Siciliana», ha aggiunto.
Docenti e studenti dell'ateneo insieme con i soci dell'Associazione Italiana di Archeometria
L’Associazione Italiana di Archeometria
È la principale associazione italiana di studiosi e ricercatori con competenze di tipo teorico, metodologico e sperimentale per applicazioni scientifiche ai Beni culturali.
Proprio i soci in questi due giorni hanno dato la possibilità ai visitatori di ricevere informazioni e di partecipare ad attività relativamente all’utilizzo di metodologie scientifiche per la diagnostica, conservazione e valorizzazione dei reperti e delle opere presenti presso tali siti.
A comporre il Comitato organizzatore locale, in queste due giornate, diversi docenti dell’Università di Catania, insieme con i soci AIAr, le cui attività di didattica e di ricerca ruotano intorno alle applicazioni di metodologie scientifiche ai Beni culturali e che presenteranno i progetti di ricerca dei quali il Castello Normanno è protagonista.
L’iniziativa, inoltre, ha favorito la conoscenza dell’AIAr fra i non addetti ai lavori e la divulgazione delle attività di ricerca svolte nell’ambito del Cultural Heritage nell’ateneo catanese
Come stabilito dallo Statuto dell’AIAr, infatti, l’associazione si prefigge di “promuovere e sviluppare le attività di ricerca, didattiche e professionali per lo studio e la salvaguardia del Patrimonio Culturale utilizzando metodologie scientifiche”. E, inoltre, “di promuovere contatti tra ricercatori delle discipline scientifiche e quelli delle discipline umanistiche per affrontare problematiche riguardanti lo studio, il restauro e la conservazione dei Beni Culturali”.