“Al cuore, Ferzan, al cuore (nascosto)”: l’universo sentimentale di Özpetek

Il regista, sceneggiatore e scrittore italo-turco torna a Taobuk con un’accoglienza da “rockstar” 

Ludovica Rinciani e Gabriella Tomarchio

Sabato 22 giugno, nella suggestiva cornice di Piazza IX Aprile, il regista e scrittore Ferzan Özpetek ha incontrato il numeroso pubblico di Taormina, in occasione di Taobuk, il Festival Internazionale del libro, per presentare Cuore Nascosto, la sua ultima fatica letteraria edita da Mondadori, che segue il bestseller Come un respiro

In dialogo con il giornalista e scrittore Federico Pontiggia (Il Fatto Quotidiano), ha intrattenuto il pubblico condividendo diversi aneddoti legati alla carriera e alla vita privata, ripercorrendo un periodo di più di venticinque anni che gli ha permesso di diventare non solo uno dei nomi più affermati nel panorama cinematografico italiano ma anche una figura di rilievo in quello letterario.

La vitalità artistica di Özpetek è intimamente intrisa di un’eccezionale sensibilità ed empatia verso i suoi personaggi, come sottolineato da Pontiggia, e il suo affezionato pubblico, sia di spettatori che di lettori, che lo porta di volta in volta a raccontare l’ampio spettro dei sentimenti umani senza alcuna remora.

«Non ho pudore quando si parla di sentimenti – ammette il regista – quando giro una scena mi emoziono, mi commuovo o rido» – a conferma di una cifra umana e registica che attraversa tutte le sue opere: dall’esordio folgorante de Il bagno turco nel 1997, dal contenuto  scandaloso per l’epoca, al successo di Mine Vaganti del 2010, un lungometraggio riscritto completamente a stretto contatto con gli attori, come rivela lo stesso Özpetek, fino al recentissimo e autobiografico Nuovo Olimpo, distribuito sulla piattaforma Netflix nel 2023. 

Un successo di critica, ma soprattutto di pubblico, è quello che viene ribadito: «i festival, i premi, le critiche sono cose bellissime, ma non hanno il valore della condivisione con il pubblico, e con la sua memoria. Quello per me è il vero premio» – confessa il regista rinnovando gli ingredienti della popolarità delle storie che portano la sua firma: «ho sempre raccontato quello che sentivo, non penso di aver mai raccontato una storia omosessuale o bisessuale ma quello che vedevo in giro: l’amore».

Ferzan Özpetek saluta il pubblico di Taobuk

Ferzan Özpetek saluta il pubblico di Taobuk (foto di Gabriella Tomarchio)

Il Cuore nascosto

Al suo quarto romanzo, Özpetek offre ancora una volta un racconto ispirato alle persone, e soprattutto alle donne. Cuore Nascosto trae la sua essenza dall’evoluzione del rapporto tra una bambina di sei anni, amica di Özpetek, e la sua anticonformista zia Irene, che le permetterà di scoprire e ampliare le sue prospettive, nonché di inseguire il sogno di diventare attrice. Il personaggio di zia Irene ricalca (in modo simile ma allo stesso tempo differente) il ruolo che la madre di Özpetek ha avuto nella formazione sentimentale e artistica del figlio.

L’ammirazione per il genere femminile è anche il punto di partenza da cui è stato tratto il prossimo e attesissimo progetto, con un cast formato interamente da donne, tra cui spiccano i nomi di Luisa Ranieri, Vanessa Scalera, Kasia Smutniak, e Mara Venier, e che vedrà l’inizio delle riprese nelle prossime settimane.

«Le attrici sono registe, e sono molto intelligenti. C’è uno scambio molto forte sulle cose» – dichiara il cineasta italo-turco senza lasciarsi scappare troppo, ad eccezione di una piccola anticipazione su un cameo che girerà nei panni di sé stesso e che l’ha aiutato a comprendere a fondo il lavoro sulla psicologia degli attori, che definisce «creature di un’altra terra»

Ferzan Özpetek

Özpetek durante l’incontro (foto di Gabriella Tomarchio)

Identità

Sul tema dell’edizione di quest’anno, l’ospite non lascia spazio all’interpretazione: «io sono turco, italiano, veneto, sono regista, scrittore», spiega il regista. «Non sono arrivato a trovare me stesso, ci vogliono anni per trovare un’identità», conclude. La costruzione del sé come un costante lavoro, credere di poter arrivare ad un capolinea, è soltanto un’illusione. Alla domanda del giornalista – «facendo questo lavoro, cos’hai capito dell’uomo?», Özpetek parla del suo mestiere come di «una sensazione bellissima» che gli ha permesso di conoscere l’intima natura degli esseri umani, fonte costante di stupore e curiosità. «Trovo sempre che l’uomo sia meraviglioso, pieno di risorse. Anche l’ultimo degli uomini è capace di sorprendere» – dichiara.

L’autore inoltre non ha risparmiato un commento amaro sull’influenza che la tecnologia sta avendo sulle nostre personalità e soprattutto sulle relazioni con coloro che ci stanno accanto. «È venuto meno il senso dell’attesa, vogliamo tutto subito» – aggiunge e da qui lancia una dichiarazione d’amore nei confronti della poesia, la cui lettura «fa bene al cuore e all’anima», ricordando la sua ammirazione per la poetessa premio Nobel Wisława Szymborska.

Ferzan Özpetek ha incantato il pubblico, regalando, attraverso un excursus tra le sue opere più note e una grande dose di ironia, uno spunto di riflessione grazie alla profondità delle sue dichiarazioni. L’incontro ha rappresentato indubbiamente un’occasione di scambio e condivisione genuino e sentito, a riprova di quanto il linguaggio cinematografico e quello letterario siano capaci di toccare l’anima e di unire le persone. Nell’attesa di vedere la sua quindicesima opera, facciamo tesoro della leggerezza e delle lezioni di vita di uno dei nomi migliori del cinema italiano.

Federico Pontiggia e Ferzan Özpetek dialogano durante l’incontro

Federico Pontiggia e Ferzan Özpetek dialogano durante l’incontro (foto di Gabriella Tomarchio)