La giovane ricercatrice catanese Valeria Consoli ha ricevuto una borsa dalla Fondazione Veronesi per studiare il meccanismo biologico che potrebbe consentire lo sviluppo di nuove terapie antitumorali puntando sul ruolo della ferroptosi
Gli acidi grassi di origine alimentare potrebbero offrire nuove possibilità per lo sviluppo di approcci terapeutici e interventi nutrizionali nell’ambito oncologico, in particolare per quanto riguarda l'attivazione e la regolazione dei processi ferroptotici nel carcinoma mammario, ossia una forma di morte cellulare programmata dipendente dall’accumulo di ferro e dalla perossidazione lipidica che può essere sfruttata per colpire le cellule tumorali.
Questo meccanismo biologico sarà al centro della ricerca condotta da Valeria Consoli, laureata in Farmacia e dottore di ricerca in “Biotecnologie” dell’Università di Catania, che ha vinto una delle 126 borse di ricerca annuali assegnate dalla Fondazione Umberto Veronesi nell’ambito del programma Post-Doctoral Fellowships 2025.
La giovane ricercatrice potrà quindi sviluppare nel laboratorio di Biochimica e Biologia Avanzata del Dipartimento di Scienze del Farmaco e della Salute dell’Ateneo, sotto la supervisione del prof. Luca Vanella, ordinario di Biochimica, la ricerca dal titolo Diet-derived fatty acids modulatory effect on Ferroptosis Sensitivity for breast cancer innovative Approaches (DIFESA). Nel dettaglio, verrà approfondito proprio il ruolo degli acidi grassi nella ferroptosi, emersa nell’ultimo decennio come un importante meccanismo biologico il cui studio permetterebbe lo sviluppo di nuove terapie antitumorali.
Il trattamento del tumore al seno resta ad oggi una sfida complessa e necessita di nuove strategie terapeutiche per affrontare problematiche quali la variabilità biologica e la resistenza ai trattamenti. In particolare, l’induzione della ferroptosi. A differenza di altre tipologie di morte cellulare, la ferroptosi è influenzata da diversi fattori nutrizionali ed è strettamente correlata al metabolismo lipidico.
L’obiettivo dello studio sarà quindi investigare come il rimodellamento del metabolismo lipidicoin vitro attraverso la modulazione di processi come sintesi di acidi grassi, sintesi di trigliceridi, lipolisi e β-ossidazione, possa influenzare la sensibilità alla ferroptosi nelle cellule di carcinoma mammarioe potenzialmente individuare quali fattori possano essere alla base della diversa sensibilità intrinseca delle cellule di carcinoma mammario a questi meccanismi.
L’attività sperimentale prevedrà lo studio dell’effetto della riprogrammazione del metabolismo lipidico su diverse linee cellulari di carcinoma mammario, mediante l’utilizzo di specifici acidi grassi e modulatori farmacologici, al fine di valutarne l’impatto sui principali marker ferroptotici e l’efficacia nei diversi sottotipi cellulari.
Studi precedenti hanno già evidenziato i benefici dell’assunzione di acidi grassi alimentari nella terapia oncologica, dimostrando il loro potenziale nel migliorare l’efficacia dei trattamenti e nel ridurre gli effetti collaterali. Tra le terapie proposte negli ultimi anni, l’integrazione nutrizionale, in particolare mediante omega-3 alimentari come l'acido eicosapentaenoico (EPA) e l'acido docosaesaenoico (DHA), ha dimostrato la sua efficacia nell'attenuare l'infiammazione e la cachessia neoplastica.
Questo tipo di intervento presenta quindi il potenziale per incrementare l’efficacia del trattamento, ridurre gli effetti collaterali, sostenere la salute generale e il benessere del paziente, offrendo un approccio multifattoriale alla terapia oncologica.
La ricercatrice Valeria Consoli