Al Cinap l’incontro con l’attrice e regista Francesca Della Ragione per “Conversazioni in Cortile”
Violenza di genere e women empowerment. Tematiche ancora oggi d’attualità che investono la società in modo trasversale tra luoghi comuni e colpevoli silenzi e che il Centro per l’Inclusione Attiva e Partecipata dell’ateneo catanese ha voluto approfondire dedicando il terzo e ultimo incontro del ciclo di Conversazioni in cortile.
Un evento, dal titolo Rompiamo il silenzio – Fra violenza di genere e women empowerment, aperto dai saluti del rettore Francesco Priolo che ha ricordato le figure di tre importanti donne: Lise Meitner, prima scienziata a teorizzare la fissione nucleare; Mariannina Ciccone, fisica che ha salvato dalla distruzione nazista la biblioteca della Normale di Pisa; e Özlem Türeci, ideatrice del vaccino anti Covid-19, nata in Germania da una famiglia di immigrati turchi.
A seguire Salvatore Massimo Oliveri, presidente del Cinap, ha preso la parola presentando i moderatori del dialogo, nel "cortile" del centro servizi, Adriana Di Stefano (docente di Diritto dell’Ue delegata per le Pari opportunità) e Carlo Colloca (docente di Sociologia dell’ambiente e del territorio e per le attività dell’Osservatorio metropolitano per la prevenzione e il contrasto della devianza minorile).
Carlo Colloca, Francesca Della Regione e Adriana Di Stefano
«La responsabilità su questioni di genere dovrebbe e deve essere prima di tutto delle istituzioni pubbliche a tutti i livelli. È un obbligo internazionale, come ci insegna la Convenzione di Istanbul del 2011» ha esordito la prof.ssa Adriana Di Stefano, sottolineando l’importanza delle campagne di sensibilizzazione sui temi sociali.
«L’educazione e la divulgazione sono importanti – ha continuato Di Stefano – perché le vulnerabilità diffuse nascono da fenomeni di violenza, fisica o psicologica. La stessa etimologia di vulnerabile, che significa “ferito”, “danneggiato da qualcuno”, ci ricorda che lavorare su questi temi è fondamentale per un’istituzione pubblica».
La docente ha concluso il proprio intervento ricordando due studentesse vittime di violenza: Stefania Noce, uccisa dall’ex fidanzato, e Laura Salafia, rimasta gravemente ferita in una sparatoria dopo aver sostenuto un esame.
La parola è poi passata a Francesca Della Ragione, testimonial di Urban Vision per la campagna Rompiamo il Silenzio, in occasione della giornata nazionale contro la violenza sulle donne.
«Il provino era dentro uno studio di doppiaggio, uno spazio angusto con dei vetri spessi, e mi hanno chiesto di immedesimarmi nel ruolo per un minuto» ha raccontato l’attrice.
Rompiamo il silenzio, la campagna contro la violenza sulle donne
«Sono entrata in una situazione claustrofobica e ho iniziato a sbattere con forza i pugni contro il vetro, che è come quello delle banche – ha aggiunto – Dopo quarantott’ore mi chiamano e dicono che il ruolo è mio. Io gli ho risposto che avrebbero dovuto darmi almeno una settimana di tempo, perché mi ero fratturata la mano. Quando è arrivata la scelta del trucco, ho proposto di non avere lividi in volto per non sottovalutare la violenza psicologica, che è invisibile, subdola, non porta segni, al contrario di quella fisica».
A seguire Carlo Colloca ha proposto alcune riflessioni sulla violenza di genere, fisica e psicologica, che approfitta di condizioni di fragilità, osservando come i luoghi più familiari e sicuri per antonomasia, a seguito di una violenza possono trasformarsi in wrong spaces, degli spazi sbagliati.
«È un processo doloroso ed è necessario avere la consapevolezza di come proteggere sé stesse – risponde Della Ragione – Anche la casa può diventare uno spazio sbagliato. Molte donne non hanno la consapevolezza di essere vittime in quel momento, di venire manipolate. Bisogna aiutarle, solo quando riescono ad aprire gli occhi, i posti che si credono terribili possono rivelarsi tutt’altro. Una persona che conosco ha impiegato sei anni per uscire da una violenza psicologica, ma i segni li porterà ancora».
L'attrice Francesca Della Regione nel corso dell'incontro al Cinap
L’attrice romana è anche la voce protagonista del podcast Donne Interrotte, prodotto da Loquis e promosso da Autostrade per l’Italia, che racconta le storie di dieci donne vittime di violenza.
«Ho realizzato alcuni podcast con Loquis, la più grande app di travel podcasting - ha spiegato - Mentre viaggiate sulla rete autostradale, potete ricevere delle notifiche che vi informano su monumenti e aneddoti lungo il percorso. Abbiamo geolocalizzato dieci storie diverse. Giorgia, per esempio, è una ragazza con problemi alimentari e di bipolarismo. Mandata in cura da uno psichiatra, questo abusa ripetutamente di lei. Nessuno si spiegava perché la ragazza non migliorasse in terapia, intanto le violenze si sono perpetrate per mesi prima di essere scoperte».
«Ci sono dei blocchi personali che possono trasformarci in carnefici: il sesso, se vissuto in modo malsano; la rabbia, se non si riesce a urlare tenendo tutto dentro; e non ammettere la propria vulnerabilità» ha affermato l’attrice e regista.
«In alcune realtà le donne sono ancora indietro. È necessaria una sensibilizzazione contro la violenza. Spesso si ha paura di parlare, di denunciare. Sette vittime di violenza su dieci non denunciano – ha aggiunto – solo quando si parlerà di violenza e la si denuncerà, potremo scardinarla. È fondamentale andare nelle scuole. Io andrò in tre istituti, tra seconde e terze medie, per lavorare con le adolescenti. Se in famiglia non vengono aiutate, deve farlo la scuola. Perché se sono consapevoli possono vincere la violenza».
A chiusura dell’incontro il rettore Francesco Priolo ha conferito a Salvatore Massimo Oliveri, la Medaglia di Alfonso D’Aragona, quale riconoscimento al termine del suo impegno per il lavoro svolto nel corso degli anni nel nostro ateneo come presidente del Cinap.
Un momento dell'incontro