Il maestro Nicola Malagugini racconta l’Orchestra Scontrino, dalla sua fondazione alle aspettative sul futuro, senza tralasciare i due recenti appuntamenti
Gloria! Musiche di Tartini e Vivaldi. È il titolo del concerto dell’Orchestra Amatoriale Vincenzo Scontrino che ha affascinato prima il pubblico presente all’interno della Chiesa di San Domenico e, in replica, quello della Chiesa parrocchiale dei santi Pietro e Paolo.
Le esecuzioni – in collaborazione con il Coro amatoriale Tempus Jocundum – sono state dirette da Carmen Failla e, in entrambe le esibizioni, nei giorni scorsi, sono state seguite da un pubblico numerosissimo ricevendo applausi e complimenti.
Il programma composto dal Quartetto 1 in Re maggiore (Allegro assai, Larghetto, Allegro) di Giuseppe Tartini e il Gloria RV 589 per soli, coro, tromba, oboe, archi e basso continuo di Antonio Vivaldi, riproposto nell’interezza dei suoi dodici movimenti – Gloria in excelsis Deo, Et in terra pax, Laudamus te, Gratias agimus tibi, Propter magnam gloriam, Domine Deus Rex celesti, Domine Fili unigenite, Domine Deus, Qui tollis peccata mundi, Qui sedes ad dexteram Patris, Quoniam tu solus sanctus, Cum Sancto Spiritu – ha visto la presenza di tre momenti solistici dei soprani Alice Antichi e Nancy Lauzza e del contralto Saya Kamikubo.
Alla domanda sul perché è stato scelto proprio questo repertorio per i due concerti il maestro Nicola Malagugini – direttore artistico dell’Orchestra e primo contrabbassista del Teatro Massimo Vincenzo Bellini – spiega che «l’anno scorso abbiamo collaborato con il Coro amatoriale Tempus Jocundum, istruito da Bruna D’Amico, per una versione dello Stabat Mater di Pergolesi con il coro ed è stata un’esperienza positiva per entrambe le formazioni. Abbiamo così deciso di ripeterla e si è pensato al ‘Gloria’ di Vivaldi come pezzo possibile e adatto al periodo natalizio, anche se poi l’abbiamo un po’ posticipato».
L’Orchestra Scontrino nasce come progetto d’orchestra amatoriale i cui membri – pur essendo appassionati di musica e avendo studiato uno strumento – non sono professionisti in quanto tale, bensì persone che hanno scelto di dedicarsi alla formazione di un gruppo per godere della bellezza della musica d’insieme.
Un momento del concerto
Il modello dell’orchestra amatoriale – realtà ampiamente documentata a livello nazionale – rappresenta un unicum all’interno dello scenario siciliano, in cui l’Orchestra Scontrino rappresenta il primo esperimento di orchestra sinfonica (solo a Trapani esiste un’altra orchestra amatoriale, ma a fiati). Il nome è un omaggio a Vincenzo Scontrino – padre del compositore e musicista trapanese Antonio Scontrino (1850-1922) – che costruì al figlio il suo primo contrabbasso, consentendogli così di suonare in una piccola orchestra di appassionati e avviare in tal modo la sua carriera.
Il coinvolgimento del maestro Malagugini nel progetto orchestrale risale agli esordi. «Mi occupo di Antonio Scontrino dal 2015 – racconta -. I suoi lavori per contrabbasso erano rimasti manoscritti alla biblioteca del Conservatorio di Palermo senza che nessuno si fosse mai occupato di pubblicarli e renderli disponibili. Del suo concerto per contrabbasso e orchestra nessuno sapeva niente.
Il suo percorso umano e professionale, che lo aveva portato dal frequentare l’orchestra amatoriale del padre a Trapani, fino a frequentare i salotti di Milano e Firenze, e la sua musica essere pubblicata e suonata in Germania, andava valorizzato e il suo nome fatto risuonare. Per questo ho proposto a Maurizio Cuzzocrea (presidente di AreaSud) di aiutarmi a ripetere l’esperienza formativa in cui era cresciuto lui stesso, l’orchestra di amatori».
Sarà, infatti, proprio l’associazione AreaSud a scommettere sulla formazione e la promozione dell’Orchestra, anche organizzando – sempre con la direzione artistica del Maestro Malagugini – ‘Contrappunto. Festival Internazionale Antonio Scontrino’, che nel 2023 è giunto alla sua seconda edizione. Questi interventi rientrano nelle intenzioni dell’Associazione di realizzare una serie di iniziative e festival finalizzati alla promozione culturale e alla crescita artistica, in cui la musica è sicuramente una componente fondamentale. In particolare, il progetto dell’Orchestra permette di porre l’attenzione sulla musica in quanto strumento aggregativo sia tra musicisti che tra musicisti e pubblico, permettendo a molte persone che hanno dovuto mettere da parte la passione per la musica – magari per rispondere alle esigenze della vita – di accrescerla attraverso lo scambio reciproco e la collaborazione.
Un momento dell'esibizione
Quindi, anche il pubblico svolge un ruolo cruciale, e per un’orchestra amatoriale più che in altri casi. Ed è proprio Malagugini a dare una risposta a ciò che il pubblico si aspetta. «Un coinvolgimento crescente – spiega -. Il senso dell’orchestra amatoriale è quello di condividere la musica della tradizione colta occidentale anche con chi non è riuscito a farne una professione. Il giusto riconoscimento delle condizioni lavorative del professionista della musica ha generato un equivoco, facendo pensare che solo se si fa al massimo livello sia sensato fare musica. La cosa più bella della musica è farla insieme».
«Per questo accanto alle alte istituzioni musicali come il Teatro Massimo Bellini, a cui è chiesto di tenere uno standard molto alto, deve esistere una galassia di realtà musicali che gli ruotano intorno e ne giustificano l’esistenza – aggiunge -. Per questo inaugureremo a breve anche una scuola per adulti, per chi è rimasto con il rimorso di non averlo fatto da giovane, per chi ha abbandonato lo strumento perché non è riuscito a farne una professione, per chi ha accompagnato il proprio figlio in studi musicali e vuole condividerne per quanto possibile questa passione».
E sempre dal pubblico, dalle persone, dalle relazioni che si innestano tra loro e la musica dipendono le aspettative future del maestro Malagugini come portavoce dell’Orchestra. «I progetti dipendono dalle persone che si coinvolgono – spiega -. Più siamo, più si può fare. Sarebbe bello che l’esperienza venisse replicata anche in altri centri siciliani, così da fare rete, scambi, collaborazioni, come già facciamo con altre realtà amatoriali italiane, e possibilmente, europee. Esiste infatti una federazione delle orchestre amatoriali europee, che in alcuni paesi, come Gran Bretagna e Germania, sono realtà affermate anche con più di cento anni di attività ininterrotta».
«La migliore musica della nostra tradizione è stata scritta quando la collaborazione fra professionisti e amatori era normale – continua il maestro -. Brahms scriveva per amatori. Marcello e Telemann erano avvocati con una grande passione per la musica. Schubert scriveva i suoi lavori da camera per ritrovi di amici che si dilettavano di poesia, pittura e musica, non per le sale da concerto. Le orchestre che hanno battezzato le sinfonie di Beethoven erano di amatori a cui si aggiungevano dei professionisti alle ultime prove. Questa capillarità della diffusione della pratica strumentale va ricreata, perché migliora la vita, anche se non porta guadagno».