Al Di3A intitolata un’aula in sua memoria. “Una delle espressioni più alte del nostro ateneo per il suo impegno da docente e politico”, ha detto il rettore Francesco Priolo
«Impegno, dedizione, simpatia e empatia erano le sue caratteristiche principali. Riusciva a dialogare con tutti e ancora oggi, a 13 anni dalla sua scomparsa, in tanti mi raccontano di averlo conosciuto e di averne apprezzate le sue qualità umane e professionali. Fino all’ultimo giorno ha lavorato per i suoi studenti e per le sue ricerche». Con queste parole il prof. Francesco Basile ha ricordato il fratello Filadelfio ieri al Polo Bioscientifico del Dipartimento di Agricoltura Alimentazione e Ambiente in occasione della cerimonia di intitolazione di un’aula in sua memoria.
A svelare la targa dell’aula, insieme con il rettore Francesco Priolo, è stata la moglie di Filadelfio Basile, la prof.ssa Rosaria Sardo, insieme con due delle tre figlie Lia, Sofia e Francesca. Presenti alla cerimonia anche Gaetanella e Guido, fratelli del prof. Filadelfio Basile, e altri familiari oltre a numerosi docenti.
«Filadelfio Basile rappresenta una delle espressioni più alte dell’Università di Catania e per questo motivo la comunità accademica oggi dedica quest’aula alla sua memoria», ha detto il rettore Francesco Priolo.
«È stato un grandissimo docente di Economia e estimo rurale e con molti di voi ha condiviso ricerca e didattica e non solo – ha aggiunto -. Ci lascia una particolare dedizione al lavoro, agli studenti, alla famiglia e a tutti noi nelle vesti di docente, politico e amico. Un grande uomo a servizio di tutti noi e del territorio. Intitolare un’aula in sua memoria significa voler trasferire il suo esempio a tutti noi e soprattutto agli studenti che quotidianamente frequenteranno questi luoghi».
Il rettore Francesco Priolo con la moglie di Filadelfio Basile, la prof.ssa Rosaria Sardo, e le figlie Sofia e Francesca
A seguire, ricordandone la memoria, anche il direttore del Di3A, Mario D’Amico, il direttore generale d’ateneo, Giovanni La Via, e i docenti Biagio Pecorino, Giuseppe Timpanaro e Matteo Ignaccolo che ne hanno tracciato il profilo accademico e umano tra racconti e aneddoti e, in particolar modo, evidenziando l’impronta fortemente europeista di Filadelfio Basile sia nelle vesti di docente (con l’organizzazione dei cicli di seminari nell’ambito del “Jean Monnet Project”), sia di senatore della Repubblica oltre che di deputato regionale e assessore regionale al Turismo e Trasporti.
Nel suo mandato parlamentare, infatti, ha dimostrato sempre una forte sensibilità verso i temi cruciali dell’Unione Europea e convinto sostenitore dell’idea di un’Europa forte e coesa basata su valori condivisi e solidarietà andando ben oltre l’integrazione monetaria.
«Una figura poliedrica con grandi interessi, un grande appassionato della ricerca scientifica e della formazione dei suoi studenti oltre che da politico nelle cui vesti ha dato lustro al territorio dando un forte contributo da europeista convinto. Aveva un grande rapporto umano con tutti coloro che entravano in contatto con lui», ha raccontato il prof. Mario D’Amico, direttore del Dipartimento di Agricoltura Alimentazione e Ambiente.
Un momento dell'intervento del rettore Francesco Priolo insieme con i docenti Biagio Pecorino, Giovanni La Via e Mario D'Amico
Sulla stessa linea anche il direttore generale dell’ateneo, Giovanni La Via, il quale, nel suo ricordo, ha sottolineato «le giornate trascorse insieme nelle stanze di via Valdisavoia dell’allora facoltà di Agraria». «Ci siamo confrontati su tanti temi, dalla ricerca alla politica, sempre col massimo rispetto. È stato uno dei fondatori dell’Unione Europea, un forte appassionato europeista. Per tutti questi motivi oggi l’Università di Catania sente la necessità di dedicargli un’aula importante di questa struttura - ha aggiunto -. Un ricercatore e politico che ha prestato grande attenzione alla formazione dei giovani in chiave europeista come testimoniano i corsi Jean Monnet che di sabato mattina riempivano le aule. Purtroppo la malattia lo ha strappato presto alla sua famiglia e a tutti noi».
Anche il prof. Biagio Pecorino ha evidenziato la «curiosità di Filadelfio per i rapporti umani, in particolar modo con i giovani, con i quali si confrontava molto in occasione dei corsi Jean Monnet» e «quella cultura fortemente europeista che diffondeva dall’aule dell’ateneo a quelle “europee” parlando di una nuova economia e della moneta unica».
«Un altro tema importante era la sussidiarietà dei popoli», ha aggiunto, «e, inoltre, il ruolo delle filiere del ficodindia e cerealicole siciliane “esportandone” in campo internazionale le analisi economiche e della produzione». «Il tutto era frutto di ricerche sul campo, dall’agricoltore al semplice cittadino di paesi come San Cono, con i quali si confrontava per raccogliere dati che poi analizzava e confrontava. La sua ricerca si basava sul metodo e sulle attività sul campo. Adesso dobbiamo continuare la sua opera».
I familiari del prof. Filadelfio Basile e alcuni membri della comunità accademica
A seguire il prof. Giuseppe Timpanaro ha sottolineato «la forte etica di Filadelfio nelle attività di ricerca e politica». «Era affascinato dai territori come San Cono, ad esempio, in cui la filiera del ficodindia “sosteneva” socio-economicamente il territorio – ha aggiunto -. Invitava tutte le parti ad essere parte attiva del territorio promuovendo gli studi sulle politiche europee e di coesione sociale e il principio di sussidiarietà. Da considerare che se allora lui si era occupato del ficodindia da un punto di vista dell’economia agraria, nel tempo le ricerche si sono incentrate sulle caratteristiche del frutto nel campo della sicurezza alimentare per le persone e per gli allevamenti, per il contrasto all’inquinamento e per la produzione di energia».
Infine, il prof. Timpanaro, ha concluso il suo ricordo evidenziando «il lavoro svolto per la nascita dell’Euro e della costruzione dell’Ue da delegato del Governo italiano insieme con Lamberto Dini». «Da europeista convinto aveva già evidenziato alcune criticità: la sicurezza e l’immigrazione. È stato un precursore delle problematiche della globalizzazione e dei suoi effetti sulle fasce deboli e sui giovani», ha aggiunto.
Un “filone” di studio ripreso anche dal prof. Matteo Ignaccolo, direttore del Dipartimento di Ingegneria civile e architettura: «Filadelfio ha sempre dimostrato di essere più avanti di noi, già negli anni ’90 parlava di Agenda 2000, finanziamenti europei e tutte azioni che si sono concretizzate nel tempo, ma di cui noi allora non comprendevamo».
In chiusura il prof. Francesco Bellia, “maestro” di tanti docenti dell’ateneo, tra i quali anche Filadelfio Basile, ha voluto sottolineare con forza «come l’Università di Catania, con lui, ha assunto una dimensione europea che per fortuna non ha mai abbandonato». «Una persona dalla grande umanità che ha incoraggiato sempre i suoi studenti ad impegnarsi per costruire un futuro migliore», ha aggiunto.