Ai 'Benedettini' la prima sessione del convegno nazionale promosso dal Comitato nazionale per il Centenario del priore di Barbiana
«L’Ateneo di Catania è da sempre una università del territorio, pertanto sente fortemente la propria responsabilità sociale verso la propria comunità di appartenenza, occupandosi attivamente anche di fenomeni come la dispersione scolastica e la prevenzione delle devianze». Giovedì 28 settembre il rettore Francesco Priolo è intervenuto alla sessione di apertura del convegno sulla dispersione scolastica, promosso nel capoluogo etneo dal Comitato per le celebrazioni del centenario della nascita di don Lorenzo Milani.
I lavori – che hanno visto confrontarsi insegnanti, pedagogisti, magistrati, sindacalisti della scuola, moderati dal direttore del quotidiano La Sicilia Antonello Piraneo – hanno preso spunto proprio “dalla figura di Don Milani, dai testi e dalle sue battaglie”, in particolare dalla sua visione dell’educazione e della scuola che è centrale nell’esperienza di Barbiana e che trova la sua sintesi più efficace in uno dei passi più noti di Lettera a una professoressa: la scuola che perde i suoi alunni più in difficoltà «è come un ospedale che cura i sani e respinge i malati».
«L’Università di Catania c’è – ha sottolineato il prof. Priolo -, partecipa attivamente all’Osservatorio metropolitano istituito dalla Prefettura con i propri docenti e le proprie ricerche, ha attivato un polo universitario penitenziario con oltre 70 iscritti, ospita nelle sue strutture i tirocini di recupero per minori che stanno scontando la pena. Al tempo stesso, per contrastare un altro grave fenomeno, cioè l’abbandono universitario, abbiamo incontrato quest’anno, grazie alla prima edizione del progetto OUI – Ovunque da qui, più di 8 mila studenti delle superiori per incoraggiarli a proseguire i loro studi dopo il diploma, mostrando i molteplici benefici e i vantaggi di questa scelta».
«La dispersione scolastica – ha concluso il rettore – è quindi un problema dell’istruzione a tutto tondo. Per incidere sul numero di laureati in Sicilia, ancora troppo basso rispetto ad altre zone del Paese, noi dobbiamo far capire che l’istruzione può dare opportunità ulteriori. Nel nostro Ateneo più del 50% ha un basso Isee e non paga tasse, molti dei nostri iscritti saranno i primi a laurearsi nella loro famiglia. Ecco perché il nostro ruolo è importante, siamo un ‘ascensore sociale’».
Un momento dell'incontro
La presidente del Comitato “Milani” Rosy Bindi si è detta fiduciosa, richiamando alcuni passaggi chiave del ‘priore di Barbiana’ di fronte a una platea di oltre 300 tra insegnanti e dirigenti scolastici provenienti da tutta Italia: «Nonostante i primati negativi, questa terra presenta tutte le risorse per poter reagire, facendo leva proprio sulle giovani generazioni. Lorenzo Milani non va assolutamente ‘sigillato’ nel suo tempo, le sue parole e i suoi insegnamenti vanno riscoperti, partendo proprio dalle scuole che fanno ogni giorno un lavoro prezioso per superare le marginalità, facendo leva su istruzione e cultura».
«Il lavoro che i dirigenti scolastici e i docenti svolgono sul territorio è eccezionale, continuerò a visitare ogni scuola della città per portare le Istituzioni vicine ai cittadini», ha sottolineato il sindaco Enrico Trantino, mentre il prefetto Maria Carmela Librizzi ha evidenziato l’importanza della rete che sul territorio si è avviata con l’accordo di programma siglato dalla prefettura, con il Tribunale dei minori di Catania, la Diocesi, le scuole, l’Università e le associazioni che ha dato vita all’Osservatorio prefettizio sulla devianza minorile.
Infine l’arcivescovo Luigi Renna ha rimarcato l’importanza della funzione educativa della Chiesa, nell’ottica di sussidiarietà definita dalla Costituzione ma anche in un’ottica di apostolato. «L’esperienza educativa di don Milani – ha detto – era un’esperienza pastorale qualificata, ma voglio ricordare anche l’azione specifica condotta dal cardinale Dusmet a Catania. Ogni parrocchia dovrebbe perciò avere un oratorio, ma non soltanto come spazio di intrattenimento. Questo territorio va arricchito. Ci sentiamo corresponsabili di questa battaglia di civiltà che è quella dell’istruzione, per il riscatto di tanti quartieri».
Il tavolo dei relatori
Spazio quindi alle tavole rotonde in programma. La prima è stata presenziata da Milena Santerini (Università Cattolica), Nicola Pensiero (Università di Southampton) e Antonella Inverno (Save the Children). La seconda ha visto un confronto fra Gianna Fracassi, segretaria generale Flc-Cgil, Ivana Barbacci, segretaria generale Cisl Scuola, e Giuseppe D’Aprile (Uil Scuola), sul tema “Promuovere un comune patto educativo. Il ruolo degli insegnanti”.
Il convegno è quindi proseguito l’indomani all’Istituto “Rita Atria” di Librino, una scuola che opera in un contesto a forte rischio educativo, attraverso il confronto fra le esperienze di scuole di diverse città: Afragola, Milano, Napoli, Palermo, Roma e Torino.
Nel corso della giornata sono intervenuti Mario Tomarchio, Agata Pappalardo, padre Alex Zanotelli, Cristiano Corsini e il presidente del Tribunale dei minorenni di Catania Roberto Di Bella. Nel pomeriggio si è tenuta un’ultima sessione sulle cause strutturali della dispersione con la partecipazione di Adriano Giannola, presidente dello Svimez, Filippo Pennisi, presidente della Corte d’Appello, Giuseppe Pierro, direttore dell’Ufficio scolastico regionale per la Sicilia, e Giuseppe Vecchio, Garante regionale dei diritti dell’infanzia.