Un ‘viaggio’ all’interno del quartiere Antico Corso per immaginarne un possibile futuro
Una passeggiata esplorativo-partecipativa alla ricerca delle infrastrutture sociali nel cuore di Catania.
Organizzata nell’ambito dell’evento internazionale Geonight – La notte internazionale della Geografia, l’iniziativa ha preso il via da piazza Dante e ha registrato la partecipazione di oltre 50 persone tra docenti e ricercatori di varie discipline, tra cui geografi, urbanisti, architetti e sociologi, insieme a studenti, sia dell’università di Catania che del Liceo statale Spedalieri, attivisti e cittadini del quartiere.
Ideata per la prima volta in Francia nel 2017 dal Comitato Geografico Nazionale Francese, a partire dall’anno successivo la Geonight si è diffusa in tutta Europa, grazie al supporto di EUGEO – Association of Geographical Societies in Europe e, dal 2019, in tutto il mondo, nell’ambito delle attività promosse dall’IGU – International Geographical Union.
La passeggiata catanese è stata ideata quest’anno da un gruppo di geografi dell’Università di Catania - i docenti Arturo Di Bella del Dipartimento di Economia e Impresa, Teresa Graziano del Dipartimento di Agricoltura Alimentazione e Ambiente, Luca Ruggiero e l’assegnista Erika Garozzo del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali -, componenti del team di ricerca di un progetto Prin Pnrr 2022 dal titolo Social infrastructures in question: local communities, social reproduction and habitability in the Italian South, coordinato al livello nazionale dal geografo Ugo Rossi del Gran Sasso Science Institute (L’Aquila) di cui il prof. Di Bella è responsabile scientifico di unità locale.
Un momento di Geonight, piazza Dante
Il progetto mira a esplorare, in una serie di contesti urbani e territoriali italiani selezionati come casi di studio, gli effetti della dismissione o riconversione di infrastrutture sociali (come ospedali, scuole, ma anche parchi e spazi pubblici) sui tessuti socio-economici e culturali dei quartieri su cui insistono, indagando da una prospettiva critica e attraverso una serie di metodologie qualitative, le modalità con cui le comunità locali manifestano il loro “senso del luogo”, oltre che le eventuali frizioni e i conflitti tra i diversi attori.
Per questo motivo, la passeggiata di Geonight, patrocinata dalla Società Geografica Italiana e da PROGEO – Centro di progettazione e ricerche geografiche di Unict, ha interessato principalmente l’Antico Corso, il quartiere del centro storico di Catania dove una serie di infrastrutture sociali rilevanti (soprattutto ospedali e strutture informali/dal basso di cura) sono state dismesse nel corso degli ultimi anni.
In questa area, infatti, sono previsti importanti programmi di rigenerazione urbana recentemente approvati e basati sulla riconversione funzionale delle ex strutture ospedaliere in nuove strutture che serviranno all’accoglienza e all’attrazione di popolazioni temporanee di studenti e turisti, che stanno ridisegnando forme, funzioni e pratiche quotidiane del quartiere.
Geonight, piazza Dante (foto di Giovan Battista Rivecchio)
Si tratta di un processo inevitabilmente conflittuale che si apre a diverse letture interpretative e rappresentazioni discorsive.
Da un lato, infatti, il progetto è rappresentato come una sorta di panacea dei problemi del quartiere, in quanto soluzione tecno-culturale ideale di re-immaginazione identitaria e funzionale, oltre che di rigenerazione spaziale, economica e sociale dell’area.
Da una postura critica, invece, può essere interpretato come esempio paradigmatico di un modello globale di rigenerazione urbana culture-based orientato per lo più all’attrazione di investimenti, talenti e turisti, che rischia di essere foriero di ulteriori ondate di gentrificazione, turisticizzazione e mercificazione dello spazio urbano, a danno delle comunità locali e in particolare delle fasce più povere della popolazione.
Il progetto di ricerca intende analizzare i processi di “distruzione creativa” che stanno investendo le infrastrutture sociali del quartiere sia da un punto di vista discorsivo, a partire dalle rappresentazioni e dagli immaginari veicolati dall’alto e dal basso, sia come spazio affettivo, vissuto, praticato e attraversato, mettendo in luce le connessioni affettivo-emotive e cognitivo-funzionali sviluppate da una molteplicità di attori, abitanti, residenti e fruitori del quartiere, che definiscono appunto il senso del luogo.
Geonight, Antico Corso
Il riconoscimento di tali connessioni è particolarmente importante al fine di elaborare uno schema più autentico di rigenerazione del quartiere, basato sulla valorizzazione del connubio senso del luogo e senso di comunità, e che riconosce come prioritari i valori della giustizia spaziale e della sostenibilità sociale.
A partire da tali premesse, la passeggiata - organizzata insieme con la sociologa dei processi comunicativi Claudia Cantale del Dipartimento di Scienze umanistiche e in collaborazione con Officine Culturali, Liceo statale “Spedalieri”, Comitato Popolare Antico Corso, Consultorio Autogestito Mi Cuerpo Es Mio – ha permesso di coinvolgere un insieme variegato di attori (studenti e studiosi, residenti, city-users e attivisti) per riflettere sulle attuali trasformazioni che stanno investendo il quartiere, cercando di reimmaginarne insieme il futuro.
Gli eventi di GeoNight, infatti, organizzati in simultanea nel pomeriggio o notte, sono finalizzati proprio a diffondere obiettivi, ricerche e metodologie della disciplina geografica attraverso un repertorio variegato di iniziative, dalle più “istituzionali”, come seminari e convegni, a quelle più creative, come giochi interattivi, laboratori per bambini, performance artistiche e musicali, e attraverso il coinvolgimento della società civile.
Geonight, Antico Corso
Il programma delle tappe della passeggiata è stato organizzato a partire dall’idea di ripercorrere a grandi linee le traiettorie evolutive dei processi di rigenerazione che hanno investito il quartiere nel corso degli ultimi decenni, con un focus particolare sulle infrastrutture sociali di cura.
Si è deciso di radunarsi in Piazza Dante, di fronte all’ex Monastero dei Benedettini, la cui rifunzionalizzazione negli anni ’70 come sede di un importante polo umanistico dell’Università di Catania, ha segnato l’avvio di un processo di profonda trasformazione spaziale, economica e socio-culturale del quartiere.
Qui alcuni docenti del comitato organizzatore hanno introdotto le tematiche della passeggiata e più in generale del progetto di ricerca. Seguono gli interventi della sociologa Claudia Cantale, delle studentesse universitarie, del Liceo Classico “Nicola Spedalieri” e di Officine Culturali.
Restituendo l’esperienza proveniente da una radicata presenza in quartiere, questi interventi hanno dato un ampio quadro dei progetti che animano l’area dal punto di vista culturale ed educativo.
Geonight, Ospedala Santa Marta
Successivamente, il gruppo di partecipanti si è messo in marcia lungo un tragitto che ha portato dapprima ad attraversare l’area in cui sorgeva l’Ospedale Santa Marta, oggi oggetto di lavori di riqualificazione che prevedono la creazione di una grande piazza pubblica, dove si è potuto discutere anche del dibattito spesso acceso e conflittuale che ha accompagnato la definizione del progetto di riqualificazione.
Si è quindi proseguito verso via Sant’Elena, al cui incrocio con via Gallo, si trova un palazzo dell’Ente Biblioteche Riunite “Civica e A. Ursino Recupero, chiuso da decenni e occupato sin dal 2017 da studenti e studentesse in segno di protesta contro la carenza di posti letto per gli studenti.
All’esperienza dello studentato occupato si è aggiunta alla fine del 2019 quella del consultorio autogestito Mi cuerpo es mio, attivo negli stessi locali. In questa tappa si è discusso con le attiviste dell’ex consultorio delle importanti attività e dei servizi di supporto e consulenza su questioni quali educazione, sessualità e misure di contrasto alla violenza di genere, sia delle vicende che hanno portato nel dicembre del 2023 al suo sgombero forzato che ha momentaneamente riconsegnato lo spazio all’abbandono.
Geonitght, Ospedale Vittorio Emanuele II
Il tema della salute riproduttiva e degli spazi di cura è tornato anche nella tappa successiva raggiungendo un’altra infrastruttura sociale che si appresta ad essere convertita a nuove funzioni: l’ex ospedale Santo Bambino. Di fronte ai cancelli ormai chiusi del presidio sanitario specializzato in ostetricia e ginecologia, si è discusso del ruolo storico che l’ospedale ha rivestito per il quartiere, rappresentando per centinaia di anni un punto di riferimento per la salute delle donne.
Così come per il Santa Marta e per il Vittorio Emanuele II, attorno agli spazi dell’ex Santo Bambino e dell’area immediatamente circostante si articolano conflitti e si costruiscono narrazioni sul destino di luoghi - anche con un significato storico - impattati dai più recenti processi di trasformazione.
Si è in seguito giunti al Bastione degli Infetti, in cui ci si è confrontati con alcuni attivisti del Comitato Popolare Antico Corso che hanno offerto una prospettiva storica delle vicende urbanistiche e politiche dell’area. L’esperienza animata dal Comitato ha contributo ad aprire le porte e rendere fruibile uno dei pochi spazi verdi del quartiere, il Bastione, che nel corso degli ultimi anni ha ospitato moltissime iniziative politiche e culturali, diventando nei fatti uno simbolo di partecipazione civica e cittadinanza attiva.
Geonight, Ospedale Vittorio Emanuele II
Infine, l’ultima tappa della passeggiata esplorativa si tiene di fronte all’ex Ospedale Vittorio Emanuele, in procinto di essere convertito in una grande area museale che ospiterà il Museo dell’Etna, oltre che in sede universitaria in cui ospitare altre aule didattiche e residenze studentesche.
Di fronte ai pannelli affissi sul cancello esterno che descrivevano il futuro degli enormi spazi dell’ex ospedale, si è discusso delle principali questioni politico-economiche ed estetico-funzionali connesse al processo di riconversione dell’infrastruttura, che - forse più delle altre - è al centro del dibattito pubblico e politico cittadino.
Il progetto di rifunzionalizzazione dell’ex ospedale Vittorio Emanuele II, infatti, è stato spesso presentato come la possibilità di “riscatto” per l’intera area dell’Antico Corso, che al momento, complice anche l’abbandono progressivo degli spazi, vive un momento di profonda depressione economica.
Geonight, Ospedale Vittorio Emanuele