La manifestazione raccontata da due studenti dell'ateneo catanese coinvolti nell’organizzazione per un’esperienza di formazione
La città dell’Elefante nei giorni scorsi ha vissuto l’ormai annuale fermento portato dal Catania Film Festival, il festival di cinema indipendente, giunto quest’anno alla XII edizione.
Lo staff organizzativo, guidato dal fondatore e direttore artistico Cateno Piazza e dal Ceo Daniele Urciuolo, ha aperto le porte a chi volesse cimentarsi in un’attività di volontariato, lavorando dietro le quinte del festival.
In quanto studenti del corso di laurea magistrale in Comunicazione della cultura e dello spettacolo del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania, abbiamo colto l’opportunità che si è rivelata un’esperienza di crescita professionale e personale. Il cuore pulsante dell’organizzazione ci ha accolto con calore, facendoci sentire parte del team sin dal primo momento del festival che si è svolto dal 12 al 19 novembre.
In foto Gaia Tripi (Disum Unict), Daniele Urciuolo (direttore del CFF), Irene Monti (Disum Unict) e Carlo Lacagnina (Disum Unict) sul red carpet del Catania Film Festival
Ogni volontario ha scelto di occuparsi dell’ambito professionale che rientrasse maggiormente nei propri interessi, suddividendoci tra attività di segreteria del festival, ufficio stampa, accoglienza degli ospiti, gestione dei social network, fotografia e videomaking.
L’organizzazione di un festival è una macchina complessa ed essere parte integrante dell'organizzazione e dell'ufficio stampa del festival ha significato essere immersi in un turbine di attività frenetiche. Ogni momento è stato un’opportunità per imparare, crescere e contribuire al successo complessivo dell’evento. Ecco le nostre esperienze, complementari, ma al contempo differenti.
L’esperienza di Gaia
Il mio ruolo di Social media manager e Content creator ha permesso di amplificare l’eco del Catania Film Fest. Gestire i canali social del festival è stato un compito che mi ha coinvolta nella promozione delle opere cinematografiche indipendenti - cortometraggi e non - partecipanti alla kermesse. La mia attività di videomaker si è basata sulla produzione di brevi interviste agli artisti coinvolti e filmati che raccontavano le giornate del festival.
Ogni post e ogni storia sono diventati pezzi di un mosaico che ha raccontato la magia del festival. Attraverso le piattaforme digitali, ho condiviso momenti dietro le quinte, interviste e anticipazioni che hanno attirato l'attenzione di appassionati di cinema, in modalità online e offline.
L’incontro con talenti emergenti e figure affermate ha ampliato il mio orizzonte, offrendomi una panoramica più vasta delle dinamiche che ruotano dietro la creazione cinematografica. La sfida di dare visibilità a film indipendenti ha rafforzato la mia convinzione dell’importanza del nostro lavoro di comunicatori della cultura e dello spettacolo per supportare la diversità e le voci artistiche fuori dal coro.
Questa esperienza pratica non solo ha affinato le mie competenze tecniche ma mi ha anche permesso di mettermi in connessione con le menti creative che operano dietro le telecamere. Lavorare a stretto contatto con registi, attori e produttori è stato un privilegio che ha arricchito il mio bagaglio personale e professionale e mi ha consentito di immergermi nelle storie dietro le opere cinematografiche presentate e scoprire la passione che anima il processo creativo.
Gaia Tripi (Disum Unict) mentre riprende l’attore Danilo Arena
La dimensione umana dietro ogni film è emersa in tutta la sua potenza, rendendo il mio ruolo di mediatrice ancora più significativo. Ogni conversazione è stata un’opportunità per apprendere, condividere idee e guadagnare una comprensione più approfondita del mondo cinematografico.
Ho vissuto queste giornate come uno spazio in cui l’arte si fonde con la funzione organizzativa, creando un ambiente dinamico e stimolante. Le luci del red carpet e l’entusiasmo di ospiti e pubblico hanno reso ogni giornata un’esperienza unica.
Il mondo del cinema indipendente è un vasto universo in cui convergono creatività, passione e dedizione e farne parte, anche se per un breve periodo, ha alimentato la mia passione per il cinema e ha aperto nuove prospettive sulla sua importanza come forma d’arte e veicolo di narrazione.
Essere il tramite tra il dietro le quinte e il pubblico è stato un onore: tra incontri straordinari, sfide organizzative e la magia del cinema d’autore.
Ho avuto modo di vivere così una delle esperienze più importanti della mia vita professionale e non, un’avventura che ha plasmato il mio approccio alla comunicazione e alla creatività e mi ha permesso di conoscere attori, registi, produttori, rendendomi parte integrante dell’universo del cinema nei festival.
L’esperienza di Carlo
Il mio ruolo all’interno del festival è stato differente da quello di Gaia, mi sono occupato del reparto fotografico, dove ho lavorato spalla a spalla con Dino Stornello, storico fotografo di eventi culturali catanesi. Ho trovato l’esperienza del festival stimolante su tutti i fronti, da quello professionale a quello umano.
Incontrare gli addetti ai lavori di realtà piccole del mondo del cinema indipendente mi ha fatto innamorare sempre di più del mondo festivaliero e cinematografico catanese. Per me non era la prima volta come volontario all’interno del festival, ma a differenza della prima esperienza, ho trovato un clima differente, ho percepito una crescita del festival, confermandolo come uno degli eventi di spicco nel panorama del cinema catanese.
La mia passione per la fotografia è aumentata durante il festival, grazie all’opportunità datami dall’organizzazione di fotografare gli ospiti presenti, da Brando de Sica a Giorgio Tirabassi.
Carlo Lacagnina (Disum Unict) insieme con Brando De Sica
Le fotografie sono state solo una parte del mio festival, parlare e confrontarmi con le maestranze è stato ciò che ha riempito il mio cuore di gioia e di storie/esperienze formative, le quali entrano di diritto a far parte del mio bagaglio culturale.
Vedere i miei scatti pubblicati sulle pagine social del CFF mi ha dato l’opportunità per sperimentare e veder approvato un lavoro svolto con passione e cura.
Consiglio a tutti i colleghi, e non, di partecipare al festival, anche come parte del pubblico, perché simili ambienti formano le nostre menti e alimentano la nostra voglia di riscatto.
Devo ringraziare i due direttori generali Cateno Piazza e Daniele Urciuolo, per avermi dato l’opportunità di lavorare con le mie passioni e poter dare un contributo allo sviluppo del festival, e a Emanuele Rauco (direttore artistico) per la sua passione per il cinema e la sua abilità critica, condivise col pubblico, gli ospiti e con noi come volontari.